Imu, ancora scintille. Delrio: «Niente regali ai ricchi». Brunetta: «Impari l’aritmetica, i suoi conti sono errati»

15 Giu 2013 15:27 - di Redazione

Ancora scintille sull’Imu tra Renato Brunetta e Graziano Delrio. «Io non sono d’accordo a regalare l’Imu ai ricchi», dice il ministro per gli Affari Regionali, intervenendo all’assemblea di Coop Nordest in corso a Mantova. «Oggi – ha affermato – il 10% delle persone possiede il 50% del patrimonio immobiliare. Ecco perché non sono d’accordo nel regalare l’Imu ai ricchi. I quali possono pagare ai Comuni 400 euro: nei momenti di crisi come l’attuale chi più ha, più deve dare. In diversi posti del paese siamo sull’orlo della crisi sociale». E ha aggiunto: «I soldi vanno utilizzati per le cose più urgenti. Se riusciremo a trovare le coperture saremo tutti più contenti, ma credo che in questo momento difficilmente potrà avvenire. Quindi, bisognerà scegliere se togliere l’Imu o non aumentare l’Iva». Non è la prima volta che Delrio pone in termini di “aut aut” la possibilità su cui il Pdl è impegnato da sempre in difesa delle famiglie, ossia abolire l’Imu sulla prima casa. Una misura che il centrodestra ha posto come condicio sine qua non per la prosecuzione dell’esecutivo delle larghe intese. Lo schema perseguito da Delrio sarebbe: meglio evitare l’innalzamento dell’Iva, se proprio si deve scegliere tra le due opzioni. In realtà, «con le sue dichiarazioni non fa altro che far crescere la confusione: impari l’aritmetica e ci risparmi conclusioni sbagliate», gli replica senza complimenti il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta. «Il ministro Del Rio – dice – mette una stravagante retromarcia e individua la soluzione per scongiurare l’aumento dell’Iva a partire dal prossimo primo luglio: “il 10% delle persone possiede il 50% del patrimonio immobiliare, i ricchi possono pagare 400 euro e chi ha di più deve dare di più”. Ricordo – ribatte- al ministro che l’Imu è un’imposta reale e non un’imposta personale, non può tener conto del reddito dei contribuenti: ricchi o poveri che siano. Senza una riforma complessiva della tassazione sulla casa qualsiasi ipotesi di rimodulazione dell’Imu è non solo impossibile ma soprattutto ingiusta. Invito il ministro a rivedere i suoi conti». Bruntta snocciola i conti reali. Il calcolo di Del Rio è semplice e si basa sui dati relativi ai versamenti Imu 2012 del Ministero dell’Economia. «A superare la soglia dei 400 euro di versamento per la prima casa sono il 14,86% dei contribuenti. Il valore versato da queste famiglie è pari al 46,32% dei quattro miliardi complessivi di Imu per l’abitazione principale. Dunque l’Imu per i contribuenti che Delrio chiama ricchi equivale ai due miliardi di euro necessari a scongiurare l’aumento dell’Iva». In questi termini sembra tutto semplice. «Ma ricordo a Delrio che 3 miliardi e mezzo di euro, dei quattro complessivi del gettito Imu, sono versati da contribuenti con un reddito lordo inferiore ai 55.000 euro. Pagare molto per una prima casa non vuol dire essere ricchi». Già il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, davanti a una Commisisone del Senato ebbe a dire che «le attuali rendite attribuite alle unità immobiliari producono una diffusa iniquità e significative distorsioni; con l’introduzione dell’Imu è aumentata l’iniquità».

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