Il pianto della violinista greca diventa il simbolo della crisi europea (il video che ha commosso il web)
Le lacrime e la crisi. Le lacrime e l’Europa che divora se stessa. Le lacrime a cui i mercati restano indifferenti. Il pianto è la cifra della “gelata” che investe il Vecchio Continente. Si ripiega sulla commozione dinanzi a una sfida che appare superiore alle forze dei governi nazionali in questa fase terminale del capitalismo così come l’abbiamo conosciuto e nessuno sa bene che cosa verrà dopo. In Italia sono state le lacrime di Elsa Fornero, ministra del Welfare, a fornire il simbolo, la metafora di un doloroso cambio di passo sulle pensioni. Un passo necessario visto che, pur tra tante critiche al governo Monti, nessuno si azzarda a dire che quella riforma va rivista. Ma quelle lacrime non hanno commosso gli italiani, i quali anzi le hanno giudicate frutto del pentimento ipocrita di un ministro tecnico chiamato per fare il “lavoro sporco” che i partiti non avevano il coraggio di intraprendere.
A due anni di distanza altre lacrime sono destinate a divenire l’immagine della crisi d’Europa e dell’Europa. Lacrime che dalla Grecia – e non poteva essere altrimenti – contagiano attraverso il web tutti noi. Sono le lacrime di una violinista dell’orchestra sinfonica nazionale greca costretta a chiudere dopo 75 anni per mancanza di fondi. I musicisti si congedano dai loro connazionali suonando l’inno greco nella sede della Tv di Stato Ert, anch’essa liquidata per crisi. La loro commozione, la loro dignità nel disastro, interrogano le coscienze, soprattutto quelle di chi ha voluto imporre alla Grecia un’austerità soffocante, soprattutto dopo che persino il Fondo monetario internazionale ha fatto mea culpa sui danni inflitti al paese oggi guidato da Samaras dalle misure lacrime e sangue volute dalla Troika.
E proprio Samaras ha deciso di chiudere la tv pubblica anche se i 2800 dipendenti hanno occupato gli uffici e continuano a trasmettere via internet. La popolazione sta con i giornalisti: il 65% dei greci dice no alla chiusura della Ert. Sul suo blog sull’Huffington Post Teodoro Andreadis Synghellakis racconta in che modo l’opinione pubblica del paese solidarizza con i dipendenti della tv pubblica: “Per i quartieri di Atene, in questi giorni, sta girando un piccolo camioncino della Ert, che ne ritrasmette il segnale storico della radio, ‘o Tsopanàkos’ (il Pastorello), che in Grecia è ancora molto amato. La gente esce sui balconi, si affaccia alle finestre, per salutare e gridare la propria solidarietà ai lavoratori in lotta”. Episodi che raccontano sempre la stessa storia: un popolo, quand’è in ginocchio, si aggrappa alle tradizioni e, anche nel pianto, sa trarre energia dalla dignità della cultura.
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