Il Pdl torna alle origini? Gasparri: guardiamo avanti. Matteoli: l’importante è che il partito si adegui ai tempi

14 Giu 2013 20:45 - di Redazione

Il “rinascimento azzurro” avrà come leader Silvio Berlusconi: lo assicura Angelino Alfano parlando del progetto di trasformazione del Pdl che dovrebbe forse condurre al cambio di nome – Forza Italia non è escluso, assicura Alfano – per un partito regionalizzato e rinnovato nella classe dirigente, che coinvolga anche manager capaci di reperire fondi visto che non ci sarà più finanziamento pubblico.  Un progetto che comincia a prendere corpo ma non è ancora definito in ogni dettaglio, anche se l’attenzione mediatica è notevole e molti sono gli esponenti del Pdl interrogati in proposito. A partire dagli ex-An che, non provenendo da Forza Italia, sono quelli che hanno più osservazioni da fare sull’eventuale cambio di nome. “Quella di tornare a Forza Italia – dice Maurizio Gasparri – è un’idea che Berlusconi ha in testa da molto tempo, credo però che sarebbe meglio guardare avanti perché la politica è sempre lavoro in progress”.  “E’ comunque importante – ha commentato ancora – tenere unita una grande forza di centrodestra: io ho le mie idee sulla famiglia, sulla vita, sulla sicurezza che ritengo debbano essere inserite in un grande e vasto contenitore. Rimetterle in una teca, in un angolo – ha aggiunto Gasparri – servirebbe a poco. Berlusconi ha posto un problema, ne discuteremo con tutti e prenderemo le decisioni migliori”.

Gli fa eco Altero Matteoli, intervistato da La Stampa: “A me del nome non importa nulla, l’importante è che sia un partito adeguato ai tempi. Se poi mi diranno che chiamandosi Forza Italia si otterrà un voto in più, pazienza, e Forza Italia sia”. Matteoli sottolinea che “adesso si tratta di cambiare il Pdl perché ha evidenti problemi”. “Sono entrato nel Pdl perché credevo nel bipolarismo e mi auguravo che evolvesse in bipartitismo – aggiunge – se avessi avuto nostalgie, avrei seguito Gianfranco Fini in Futuro e libertà”. La nuova ‘Forza Italia’, ammesso che si chiami così, deve essere per Matteoli un partito “non aperto, spalancato. Devono entrarci idee nuove, forze fresche. Il Pdl era chiuso a chiavistello e noi dentro col solito tran tran”.

Non sembra entusiasta dell’idea Mariastella Gelmini, che nega però scontri interni: “Il nuovo corso dovrà essere un mix tra innovazione e esperienza. L’innovazione da sola non basta, e non buttiamo via l’esperienza. Siamo in una fase di discussione e ci confrontiamo in maniera serena – aggiunge – non c’è lo scontro, di cui si legge, tra fautori del partito pesante e sostenitori del partito leggero. Il finanziamento pubblico non c’è più e dobbiamo tutti insieme trovare un modello di partito compatibile con questa nuova realtà. La discussione non è conclusa e Berlusconi è disponibile al confronto con tutti i dirigenti”. Il ritorno alle origini convince parecchio, da ultimo, Micaela Biancofiore che dichiara: “Io sono e mi sono sempre sentita di Forza Italia, anche se ho vissuto in prima linea anche l’esperienza del Pdl”.

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