I reati in Italia: più scippi e borseggi, meno omicidi. Il Viminale lavora a un piano per la sicurezza

17 Giu 2013 10:59 - di Francesco Severini

Il bilancio della criminalità in Italia per il 2012 elaborato su dati del ministero degli Interni ci dice che sono in calo gli omicidi (meno 5%) mentre aumentano i reati cosiddetti “predatori” (borseggi, scippi, rapine) che sono quelli che contribuiscono maggiormente alla percezione della sicurezza nei momenti di crisi. I furti nelle abitazioni crescono del 15,5%, gli scippi del 13%, i borseggi dell’11%. Il nesso tra aumento dei delitti e economia viene sottolineato dal Sole 24 Ore che dedica al tema la sua apertura odierna invocando un patto per le città che restituisca ordine ai cittadini e tutela ai centri storici abbandonati a causa dei tagli agli enti locali.

La città dove si delinque di più è Milano (8438 reati ogni 100mila abitanti), Roma è al quinto posto, mentre le più “sicure” sono Belluno, Oristano e Matera. La provincia più colpita dai furti d’auto è quella di Barletta-Andria-Trani, mentre a Napoli e dintorni si registra la maggiore incidenza di truffe e rapine. Gli scippatori sono più frequentemente in azione a Catania, i topi d’appartamento a Lucca e i borseggiatori a Milano. Sullo sfondo delle nude cifre c’è la radicalità di una crisi che di certo incide sul trend dei comportamenti criminali e che dev’essere combattuta anche attraverso le risposte che vengono date all’insicurezza crescente. Per questo il ministero degli Interni – come già annunciato da Angelino Alfano – sta predisponendo un piano per le città sicure attraverso un decreto che proprio partendo dai dati sulla criminalità intende agire in profondità nei centri urbani recuperando risorse dai fondi europei. Il controllo del territorio da solo non è sufficiente: i tecnici del Viminale stanno elaborando un provvedimento a 360 gradi di contrasto a reati vecchi e nuovi (più severità contro stalking e violenze domestiche) e norme che contemplano la possibilità di accordi tra privati e prefetti per recuperare aree dismesse e reimpiegarle come siti per la pubblica sicurezza oltre  a misure per garantire maggiore protezione ai commissariati e ai presidi delle forze dell’ordine.

 

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