Grandi manovre contro Renzi, tentato dall’idea di “far saltare il tavolo”
Il clima congressuale agita il Pd mentre gli occhi dei Big sono ormai puntati tutti su Matteo Renzi, riconosciuto come una ‘riserva’ per il partito ma che si dovrà sudare, e molto, la segreteria. Dietro gli osanna, infatti, c’è più d’uno che punta a sgambettarlo. Ne è convinto Renzi che sa bene di doversi guardare alle spalle come gli ha consigliato anche Walter Veltroni (‘si candidi ma stia attento a fuoco amico’). Al punto che – ha confessato Renzi stasera – “a volte mi viene la tentazione di far saltare il tavolo del Pd”. Non ha chiarito come, ma la minaccia fa seguito alla riunione dei bersaniani che ha partorito il documento già ribattezzato anti-Renzi. Il sindaco in pubblico ha però snobbato quella riunione “fatta dagli ‘ex’ Ds con un ‘ex’ segretario”: ora, invece “bisogna a guardare al ‘next’, a quello che verrà, al futuro. E al Pd del passato manda a dire che “deve aprire le finestre” (leggi le primarie) “per far entrare aria e gente nuova”.
Adesso il sindaco attende guardingo le regole statutarie che verranno e intanto le varie correnti si stanno posizionando ai blocchi di partenza in vista della ‘gara’ d’autunno. In attesa delle nuove regole che vedono in primo piano la distinzione tra la corsa alla segreteria e alla premiership (lunedì il comitato avvia i lavori) i bersaniani hanno già preparato il loro documento contro i “personalismi esasperati” rilanciando le primarie aperte “ma – mette in chiaro Bersani – aperte agli iscritti”. Un documento si è detto per molti tarato contro Renzi. E anche se l’ex segretario si è precipitato a puntualizzare che da parte sua non ci sono né ci saranno veti, alcune colorite punzecchiature hanno svelato il gioco.
Un affondo verso Bersani e i suoi è giunto (sia pure indirettamente) anche dal sindaco di Firenze attraverso il fedelissimo Andrea Marcucci: “Nel Pd c’è già chi consuma energie per blindare l’elezione del prossimo segretario e per sbarrare la strada a Matteo Renzi. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico”. Questa dunque è l’aria che tira in quel del Pd. Un clima rovente che però l’area dem di Dario Franceschini e Piero Fassino è riuscita a stemperare essendosi assunta il ruolo di ‘pompiere’. Una linea di equidistanza rispetto ai bersaniani e ai renziani con la volontà di procedere verso il congresso evitando che ci siano atteggiamenti (e regole) ostili al sindaco di Firenze.