E Papa Francesco sfida i tabù del pensiero unico: «L’uomo è schiavo dell’economia»

7 Giu 2013 17:55 - di Corrado Vitale

La persona umana viene prima del denaro. È una verità elementare, ma che la nostra società, oppressa dalla logica del potere finanziaro, tende purtroppo a dimenticare. Papa Francesco ha voluto risvegliare questo principio di buon senso naturale ricordando che la  «persona  oggi è schiava delle strutture economiche». Lo ha detto nel corso di un incontro con gli studenti della scuole dei gesuiti, rispondendo alla domanda di una ragazza a proposito della crisi economica. «Oggi – ammonisce il Pontefice – non conta la persona. Contano i soldi. Conta il denaro» . Non è questo il mondo che può aderire a un ideale di vita cristiano. «Gesù ha dato  il nondo, tutto il creato, all’uomo e alla donna perché lo portassero avanti, non il denaro».

C’è da immaginare che questa esortazione di Papa Francesco farà  storcere la bocca a qualcuno. Secondo i canoni del pensiero unico iperliberista ed economicista oggi dominante, la saggezza e il richiamo alle verità naturali dell’uomo risultano spesso politicamente scorrette. Frequenti in certi casi è l’accusa di pauperismo. Quello che i nuovi ideologi non hanno capito (o che fanno finta di non capire) è che l’economia – secondo al dottrina sociale della Chiesa – non è un valore  ma uno strumento. E deve servire, non a se stessa, ma alla promozione umana. E allora c’è qualcosa che non va nel nostro mondo se i movimenti dei capitali speculativi sulle maggiori piazze mondiali ammontano a dieci volte il Pil  del pianeta. E tutto ciò mentre i ceti medi si vanno impoverendo nella società industriali dell’Occidente e mentre   crescono gli squilibri sociali ovunque.

Agli economisti, ai sociologi e ai politologi spetta il compito di cercare le cause della follia economico sociale che s’è diffusa nelle società industriali degli ultimi anni. A Papa Francesco il compito invece di richiamare la nostra coscienza sulle radici ultime, le radici profonde del disagio vissuto oggi da tanti lavoratori, da tanti disoccupati e da tante famiglie.  E si tratta di radici innestate nel cuore dell’uomo. «Quella che stiamo vivendo – dice ancora il Pontefice – è una crisi umana, prima che economica: i problemi del lavoro, dell’economia, sono conseguenza di questo grande problema umano». È una verità quasi elementare. Però è fondamentale ribadirla, perché – come diceva il grande scrittore cattolico André Frossard — l’«uomo moderno capisce tutto, meno ciò che è semplice».

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