Coop rosse: Pedroni presidente al posto dello “storico” Tassinari, addio progetto di integrazione
Cambio di guardia al vertice di Coop Italia, il colosso della distribuzione organizzata della Lega delle cooperative, le cosiddette “coop rosse”. Dopo 25 anni esce di scena Vincenzo Tassinari, storico manager delle cooperative di consumo da sempre orientate a sinistra. Al suo posto arriva Marco Pedroni, 54 anni, emiliano di Reggio Emilia, nuovo presidente del Consiglio di amministrazione di Coop. Pedroni, attuale presidente di Coop Nordest, sarà affiancato dal vicepresidente Marcello Balestrero (presidente del Consorzio Nordovest), mentre direttore generale alla Gestione è Maura Latini, in precedenza vicepresidente di Coop Italia. Per la carica operativa viene abbandonato il “modello duale” adottato nel 2008 e si torna alla guida unica, segnando un cambio di passo in vista della nuove sfide; resta ancora vacante invece la presidenza “istituzionale”, al vertice dell’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori (Ancc-Coop), retta ormai da due anni dal vicepresidente vicario Enrico Migliavacca. L’assemblea annuale, che ha eletto all’unanimità il successore di Tassinari, ha indicato anche il percorso assembleare dell’Ancc-Coop: entro fine anno il varo di «una presidenza con la presenza di tutte le grandi cooperative e l’avvio di un progetto di ridefinizione di Ancc-Coop coordinato e parallelo rispetto a quello di Coop Italia». Da qui a dicembre dovrebbe insomma essere trovato un accordo tra le varie componenti “geopolitiche” di Coop Italia, di fatto la costola toscana da una parte, quella emiliana dall’altra, in rappresentanza dei territori dove è più forte la presenza Coop. Un accordo che finora è mancato, impedendo di fatto di esprimere un presidente, dopo l’uscita di scena del toscano Aldo Soldi, a sua volta succeduto a Giorgio Riccioni, bolognese. «Dopo 25 anni si chiude un ciclo e se ne apre un altro – ha commentato l’ex presidente Tassinari – Ritengo opportuno, in considerazione anche del principio di transgenerazionalità, lasciare ad altri dirigenti il compito di guidare un nuovo progetto di cambiamento di Coop Italia nell’interesse di tutte le cooperative associate». «Ci aspettano sfide importanti per rispondere al meglio alla crisi dei consumi e alle difficoltà di tante famiglie – ha sottolineato il nuovo presidente Pedroni – La scelta che abbiamo fatto è quella di rafforzare la prospettiva unitaria, e ci accingiamo a progettare insieme soluzioni innovative per il mercato distributivo italiano».
Tassinari dunque non metterà la sua firma sull’inversione di strategia rispetto a quella visione unitaria che era stata formalizzata cinque anni fa, appena spente le braci della vicenda Unipol-Bnl, quando fu introdotta la governance duale in Coop Italia. Il progetto, approvato da tutti, mirava ad integrare i nove grandi gruppi degli scaffali mutuali per farne un solo soggetto con 13 miliardi di fatturato e 8 milioni di soci. Ma quel disegno è tramontato, le coop rosse hanno deciso di fare marcia indietro e di ripartire da zero. Il compromesso sulla governance leggera, con cui Tassinari non è in sintonia, è stato il prezzo della tregua con i cooperatori toscani e con il loro leader, il 74enne Turiddo Campaini, che dai tempi della scalata alla Bnl si trova in opposizione frontale con i colleghi emiliani.
Sul fronte dei numeri Coop Italia chiude un 2012 positivo nonostante la crisi: fatturato a 13.156 mln, sostanzialmente allineato a quello del 2011; la quota di mercato regge al 18,5% (+0,1% sul 2011), 1.470 le strutture di vendita, oltre 55.800 gli addetti. In crescita la base sociale (oltre 7,9 milioni, +2,4%). Buoni risultati arrivano anche dell’offerta nei settori di mercato parzialmente liberalizzati, come i corner Coop Salute che mettono a segno un +7% sul 2011, a 92 mln di euro, puntando a chiudere il 2013 con 100 mln di vendite di farmaci.