Sos a Virgilio e Leopardi: i maturandi napoletani sulle tombe dei “sommi” per chiedere l’ispirazione…

10 Giu 2013 12:19 - di Guglielmo Federici

«Caro Virgilio, grazie per le tue parole ispirate», scrivono gli alunni del Liceo Christelijk di Utrecht. «Ma ora, però, facci avere il massimo dei voti all’esame di Latino». Il bigliettino scritto in inglese al sommo poeta della latinità, si trova accanto a un altro con su scritto, «Caro Giacomo Leopardi, aiutaci alla maturità», firmato Fabio, Vera e Marina. Migliaia sono i messaggini scritti lasciati sulle tombe di due “santi” laici che scopriamo essere i protettori dei maturandi  di tutto il mondo. C’è un luogo “sacro” diventato una meta rituale per gli studenti che ogni anno devono affrontare la maturità: ai piedi della collina di Posillipo a Napoli, c’è il Parco Vergiliano che si trova in un’area molto suggestiva sulle pendici della collina che separa Mergellina da Fuorigrotta, accanto ad antiche cave di tufo. Qui sono sepolti l’uno accanto all’altro Virgilio e Leopardi. Pochi sanno che qui, su un tripode di bronzo, vengono depositate tutte le “domande di grazia” degli studenti che all’incirca alla metà di giugno, prima dell’inizio degli esami scritti, giungono da diversi luoghi d’Europa. Virgilio “mago” del resto, ha una grande tradizione soprattutto in ambito di tradizioni partenopee. Altro che lingua morta, il latino. In piena era tecnologica e globale vedere messaggi scritti nella lingua di Cesare, Virgilo e Orazio, come quello lasciato da Beate, giunta dalla Polonia, fa un certo effetto: «Agnosco veteris vestigia flammis», riconosco i segni dell’antica fiamma, scrive, come recita la regina Didone nell’Eneide. Altri trascrivono su fogli protocollo il versi dell’Infinito, sperando anche loro in  un dolce naufragio nel mare della maturità ; altri più “grecisti”, si rifanno a massime aristoteliche, fanno i “sapientoni”; una scrive in greco, “Thaumazein” , cioè, provare stupore, meraviglia. “Onore e lume dei poeti”, scrivono i ragazzi appellando Virgilio con le parole dantesche, per chiedergli di superare il complicato esame. Insomma, i classici si trasformano in contemporanei, anzi di più: uno studente venuto dalla Spagna si dice convinto che questo luogo sia una sorta di trait-d’union tra cielo e terra… Alcuni, quasi ad esorcizzare la difficoltà delle tracce dei temi scrivono alla maniera di Dante Alighieri, “Maestro, il senso lor m’è duro”…. Speriamo che Virgilio e Giacomo siano con tutti loro…”.

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