Bossi: Maroni è un traditore, mi riprendo la Lega. Ma Bobo fa finta di niente
“Al lavoro anche oggi per risolvere i problemi dei cittadini”. Roberto Maroni su twitter ostenta indifferenza rispetto alle durissime accuse lanciate al suo indirizzo da Umberto Bossi. Intervistato da Repubblica, il fondatore della Lega aveva definito Maroni un “traditore”. “Il capo della Lega resto io”, ha affermato inoltre Bossi mentre secondo lui il governatore lombardo “non ha i nostri ideali. Quando uno tradisce una volta, e Maroni quando ruppi con Berlusconi nel 1994 gli sedeva di fianco, si opponeva, poi tradisce sempre. Si illude di diventare il plenipotenziario di Berlusconi al Nord”. “Mi fa rabbia – aggiunge Bossi – che Maroni cancelli la Padania e si rammollisca con ‘Prima il Nord'”. Il padre del Carroccio non è pentito dell’alleanza con Berlusconi perché per la Lega è stato “un moltiplicatore di consenso” ma, prosegue, “la destra è nazionalista, l’autodeterminazione è più facile che si realizzi con la sinistra. Perciò se per l’indipendenza si deve rompere con la destra, pazienza”. “Il rapporto di Maroni con Berlusconi è un’altra storia. Lui all’indipendenza non ci crede e quindi rimane sottomesso”. Maroni “sta distruggendo la Lega, butta fuori la gente”. Le scuse e le lacrime a Bergamo per i danni provocati dai figli non le ripeterebbe: “No – dice – quella umiliazione è stata troppo, un’ingiustizia troppo grande”, “ora mi hanno tolto gli autisti e le guardie del corpo per cercare di impedirmi di andare in giro a parlare con i militanti”. Portare il figlio al consiglio regionale è stata una “ingenuità”, ora Renzo vive in campagna dove “alleva maiali e capre, ha imparato a fare il formaggio”.
Le parole di Bossi non hanno scatenato, almeno all’esterno, il dibattito che ci si sarebbe potuti aspettare. Il vicesegretario del Carroccio Matteo Salvini dice: “A Umberto Bossi va la mia eterna riconsocenza ma interviste come questa fanno solo male al Movimento”. Per Flavio Tosi, segretario veneto della Lega e anche lui duramente criticato nell’intervista di Bossi, l’intervista è solo una “sparata” di chi non ha più capacità di “creare consenso”.