Black bloc e ragazzi dei centri sociali alla sbarra per le devastazioni di Roma del dicembre 2010
Quel 14 dicembre 2010 passerà alla storia: dopo la fiducia incassata dal governo Berlusconi alla Camera Roma fu teatro di una vera e propria guerriglia urbana. Black bloc, antagonisti e gruppi dell’estrema sinistra misero a ferro e a fuoco la Capitale. Decine le vetrine di negozi distrutte e circa trecento auto danneggiate. Ora per quelle devastazioni andranno a processo in venticinque. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gip di Roma accogliendo le richieste del pm Luca Tescaroli. Tra loro c’è anche l’ex consigliere comunale capitolino Nunzio D’Erme, l’esponente di Action Bartolo Mancuso, nonché Manuel De Santis, quest’ultimo già condannato con rito abbreviato per lesioni personali gravi a tre anni di reclusione dal gup Silvia Castagnoli per aver colpito alla testa con un casco un minorenne. L’elenco degli imputati comprende anche appartenenti ad ambienti “no global”. I reati contestati, a seconda delle singole posizioni, sono di deturpamento e imbrattamento di cose altrui, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, danneggiamento seguito da incendio, travisamento in occasione di manifestazioni pubbliche, promozione di riunione in luogo pubblico non preavvisata. Quel giorno il centro di Roma era protetto in maniera particolare dal mattino a causa della confluenza di quattro cortei composti da circa centomila persone. La situazione precipitò intorno alle 15, quando iniziò una vera e propria guerriglia dopo che la Camera aveva respinto la mozione di sfiducia a Berlusconi con 314 voti contrari e 311 a favore. Epicentro il cuore della Capitale, da piazza Madama, vicino al Senato, fino a via del Babuino, passando soprattutto per via del Corso, dove i manifestanti cercarono di sfondare la cosiddetta Zona Rossa, l’area dei palazzi delle istituzioni e dello shopping che la polizia stava proteggendo con cordoni di blindati. Gli scontri furono scanditi dal lancio di sampietrini, bombe carta, fumogeni, ordigni esplosivi. Ci furono violenti disordini in piazza del Popolo, piazzale Flaminio e via del Corso tra i manifestanti e le forze dell’ordine. In via del Babuino un blindato della Finanza fu assaltato un gruppo composto da studenti e giovani dei centri sociali. Sul Lungotevere furono date alle fiamme anche molte auto. Il processo ora inizierà il 16 novembre prossimo.