Attenti, al telefono può parlare solo chi è di sinistra. Per gli altri c’è il Grande Fratello che incombe

4 Giu 2013 19:28 - di Francesco Signoretta

Loro pensavano di avere una banca, lui s’è beccato un anno di reclusione. Loro sono le vittime della stampa che fa vergogna perché pubblica i colloqui telefonici,  di lui è un dovere pubblicare anche il minimo sospiro fatto nella cornetta. Loro sono gli esponenti della sinistra (in questo caso Fassino, ma varrebbe per chiunque altro), lui è il colpevole per antonomasia, Berlusconi. E tutto ciò appare chiaro dalle motivazioni surreali della sentenza sull’intercettazione Fassino-Consorte, relativa alla scalata Unipol a Bnl, che in primo grado ha portato alla condanna del Cavaliere. Per i giudici non ci sono dubbi, il ruolo di Berlusconi nella pubblicazione dell’imbarazzante telefonata con la fatidica frase abbiamo una banca  fu «decisivo», tanto che «senza il suo apporto in termini di concorso morale le interecettazioni non sarebbero state rese pubbliche». Quindi la ricostruzione del caso: «Berlusconi ascoltò le intercettazioni e dette il benestare alla stampa in qualità di capo della parte politica avversa a quella di Fassino». E c’è anche una spiegazione: l’evidente interesse politico e la volontà di dare risalto a quella conversazione. Così Berlusconi, il più intercettato degli italiani, è anche l’unico a subire una condanna per «concorso in violazione di segreto istruttorio». Quando le intercettazioni interessano la sinistra è vietato parlarne. Se invece riguardano il Cavaliere, allora i giornali possono essere zeppi di indiscrezioni senza che nulla succeda. Perché nessuno indaga sulla fuga di documenti che avrebbero dovuto essere coperti da segreto e che, invece, sono stati passati – non si sa come – ai media. «La sinistra – commenta Maurizio Gasparri – si conferma intoccabile per i giudici. E se tenta la scalata bancaria non se ne deve parlare». Berlusconi viene addirittura condannato perché «avrebbe contribuito all’operazione verità» che ha messo a nudo la capacità del partito di D’Alema e Fassino di fare affari. «Siamo al grottesco, all’incredibile ma vero», sentenzia Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera. Siccome la sinistra si dimostra capace di fare affari, bisogna condannare chi li svela. Quando invece sono stati messi in piazza i fatti più intimi di Berlusconi e di altri imputati nessuno si è scandalizzato.  Se al tutto non fosse anche legata una condanna ci sarebbe da sorridere. E invece piange il telefono. Almeno quando parla Berlusconi.

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