Letta: trovata l’intesa per lo stop al finanziamento ai partiti
Per tutta la mattina si sono rincorsi ricette e messaggi incrociati poi è arrivato l’annuncio ufficiale di Enrico Letta, appena concluso il Consiglio dei ministri. «Abbiamo trovato l’accordo sull’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti. Ora la Ragioneria deve preparare le norme fiscali del ddl». Il premier affida a twitter la notizia del giorno che vede, a parole, tutti soddisfatti. Poco dopo arriva il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi: tra le linee guida sulla riforma del finanziamento ai partiti vi sono «la definizione di procedure rigorose in materia di trasparenza di statuti e bilanci dei partiti» e «l’introduzione dei meccanismi di natura fiscale, fondati sulla libera scelta dei contribuenti, a favore dei partiti». Solo i Cinquestelle non ci stanno e alzano la polvere. «Non credo che la proposta di abolizione del finanziamento i partiti andrà mai oltre le dichiarazioni di facciata», dichiara a caldo il vicecapogruppo grillino alla Camera, Riccardo Nuti. «Bene il principio. Noi abbiamo una nostra proposta: è uno dei nostri otto disegni di legge. So che in Consiglio dei ministri hanno illustrato delle linee guida ora vediamo il testo», commenta così l’intesa raggiunta Renato Brunetta. «Il tetto che noi proponiamo è di 100mila euro con deduzioni variabili. Ora aspettiamo e vediamo la proposta del governo».
Prima del Consiglio dei ministri Maria Stella Gelmini aveva ricordato ai più distratti la primogenitura del centrodestra della battaglia contro gli sprechi della politica («l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti? È un provvedimento sacrosanto in un momento di grandi sacrifici è giusto regolarizzare le lobby e la politica deve costare meno»). Se ci sarà, «la cancellazione del finanziamento ai partiti avrà il nostro sì in Parlamento», fa sapere Roberto Maroni ricordando che la Lega già lo scorso anno aveva rinunciato a una quota del finanziamento. Tra i più soddisfatti nel Pd (che sulla delicata questione è molto diviso) c’è Dario Nardella, primo firmatario del progetto di legge “Scegli tu”, che dice di puntare «all’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti entro l’estate. La disponibilità del governo a presentare, in tempi rapidi, un ddl sull’argomento sarebbe un fatto positivo che velocizzerebbe anche l’iter parlamentare». Il Consiglio dei ministri si è occupato anche di sanità, stanziando circa 2 miliardi di euro per 6 regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Sicilia) sull’orlo del collasso.