L’alibi dell’inciucio per mettere i bastoni tra le ruote al governo. E intanto le famiglie sono allo stremo

9 Mag 2013 20:01 - di Giovanni Centrella

In attesa che il governo suffraghi con i fatti i suoi obiettivi economici, è opportuno soffermarsi sul clima che circonda i primi passi dell’esecutivo e i lavori del Parlamento. Da tempo si afferma che lo scontro politico è talmente radicalizzato da non permettere un sereno confronto. Un’affermazione che si faceva in tempi non sospetti, cioè quando di Grillo e dell’antipolitica non vi erano tracce evidenti. Come dovremmo definire adesso le esternazioni sbilanciate, per usare un eufemismo, a cui si abbandonano volentieri personaggi noti, di spessore, punti di riferimento e rappresentanti delle istituzioni? Senza giri di parole, li definirei atti irresponsabili e pericolosi.

Va quindi apprezzato lo sforzo che il giovane ma risoluto presidente del Consiglio, Enrico Letta, su sollecitazione del capo dello Stato, sta facendo per tenere basso l’indice della polemica di ogni componente del suo esecutivo. Non sempre riuscendovi, ma siamo pur sempre in democrazia, per fortuna. Una sobrietà riscontrabile anche nell’atteggiamento e nei toni del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, con cui ho avuto un primo confronto questa settimana. Un basso profilo non facile da mantenere per un dicastero che è in prima linea, insieme ad altri, nella lotta alla crisi. Tanti sono i temi caldi: la giustizia, l’economia e la finanza, la crisi dei partiti e le riforme istituzionali, il rapporto con l’Europa. Ma bisognerà riuscire a farlo perché sono altrettanti e ben agguerriti quelli che, remando contro l’Italia, dimostrano la chiara intenzione di voler far saltare il governo con l’alibi dell’inciucio. Ormai non si parla d’altro. Durante la campagna elettorale ho espressamente dichiarato la mia preferenza per un governo politico che, a prescindere dal colore, potesse nascere da una precisa indicazione dei cittadini. Così non è andata, ma i problemi veri, quelli del Paese reale, non se ne sono andati. Anzi, come era prevedibile, si sono moltiplicati. Dunque le chiacchiere e le polemiche stanno a zero: operai, impiegati, pensionati, famiglie sono arrivati allo stremo delle forze, in milioni si trovano già oltre il limite della sopportazione. L’economia, spossata dalla stasi del mercato interno, ha bisogno di impulsi decisi. E il governo serve a questo, altro che inciucio.

Segretario generale Ugl

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