La storia di Piera: video-choc dei radicali pro eutanasia. Che torna ad essere strumento di lotta politica…
«Non voglio più soffrire, questa è una sofferenza fine a se stessa: solo io ho il diritto di decidere su me stessa». A parlare è Piera Franchini, malata terminale, che ha dovuto espatriare per poter realizzare il suicidio assistito. Non è una confessione privata, la sua, ma il racconto affidato a un video-choc diffuso, neanche a dirlo, dai Radicali che tornano (ma non hanno mai smesso) a cavalcare la battaglia per l’eutanasia, che emerge ciclicamente nel dibattito politico sotto i riflettori dei casi di cronaca. Le ultime scintille risalgono ai tempi del drammatico caso Englaro, che spacco l’opinione pubblica a metà come una mela e portò alle stelle le laiche quotazioni di quella sinistra. Scelta da far tremare le vene ai polsi, fino a dove deve spingersi la cura nei confronti di un malato terminale, qual è il confine dell’accanimento terapeutico? Chi può decidere della vita e della morte? Il tema è di tale complessità e coinvolge in modo così totalizzante la sfera e la coscienza personali dei singoli che qualsia ricetta tagliata con l’accetta risulta inaccettabile e strumentale. Certo è che il partito di Torre Argentina come da copione sceglie la strada del “buco allo stomaco”, la scorciatoia del cattivo gusto. Il video, che sta spopolando sul web, è a dir poco forte, un corredo al cinico spot dei pannelliani che recita AAA malati terminali cercasi. «Piera si è dovuta recare da un paese del Veneto fino in Svizzera, a Fork, vicino Zurigo, per poter vedere riconosciuta questa sua volontà», racconta Marco Cappato, che l’ha accompagnata nel suo ultimo viaggio. L’ex ministro della Salute, Umberto Veronesi, il regista Marco Bellocchio, i giornalisti Filippo Facci e Vittorio Feltri, il filosofo Gianni Vattimo annunciano, proprio in queste ore, la loro scelta a favore della “dolce morte”. Aderiranno alla proposta di legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale promossa dall’Associazione Luca Coscioni e supportata dai radicali, che da domani inizieranno l’ennesima mobilitazione per la raccolta di firme, con banchetti nelle piazze italiane.