La denuncia di Coldiretti: «Un anno dopo il sisma, alle imprese dell’Emilia non è arrivato neanche un euro»

20 Mag 2013 11:51 - di Redazione

A un anno esatto dalla prima scossa che colpì l’Emilia la Coldiretti dell’Emilia-Romagna canta fuori dal coro di odi all’efficienza della ricostruzione nella Regione amministrata dal centrosinistra. Lo fa con una nota polemica, dove però non vengono accusate le amministrazioni locali. Se per il terremoto dell’Aquila la mancata ricostruzione è stata colpa della Regione di centrodestra o del governo Berlusconi, per il sisma in una zona dove la quasi totalità delle giunte sono rosse e il governo nazionale era sostenuto dal Pd, non si può più tirare in ballo la politica.

Così la Coldiretti usa un eufemismo che va bene per tutti e che non offende nessuno. La colpa è della «burocrazia», definita come il «nemico« capace di rallentare il passaggio dei fondi “stanziati” alle imprese alle quali non è arrivato «ancora un euro». Secondo l’associazione regionale, in questi mesi c’é stato un «rilevamento dei danni e stanziamenti dei fondi in tempi sufficientemente veloci, ma una burocrazia, estremamente complessa frammentata tra regole e pubblica amministrazione, che ha impedito che i finanziamenti, pur disponibili, raggiungessero cittadini e imprenditori in tempi adeguati alla gravità dell’evento». Un terremoto, sottolinea Coldiretti Emilia-Romagna, «senza precedenti» perché, tra le altre cose, «a un anno dal sisma si sa esattamente quanti soldi sono stanziati e disponibili e senza precedenti perché in un anno neanche un euro è arrivato ai cittadini che pure sono riusciti a far ripartire le loro attività».

L’associazione rivela, dunque, che «le circa seimila aziende agricole danneggiate (il 25% delle 23.500 imprese totali danneggiate rilevate dalla Protezione Civile) in dodici mesi non hanno ricevuto neanche un euro«. Di fatto, malgrado i fondi stanziati, «si è creata una situazione di stallo soprattutto a causa di rimpalli di responsabilità tra professionisti, Comuni, struttura commissariale e Regione, prigionieri di regole e norme urbanistiche non chiare e molto frammentate, con l’aggravante – chiosa la Coldiretti Emilia-Romagna – delle banche che procedono molto lentamente nella concessione del credito, anche se c’é la garanzia della Cassa Depositi e Prestiti». Ecco al massimo si possono attaccare le banche, ma Comuni e Regione proprio no.

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