Il Pd dovrà scegliere un reggente: e tra Epifani e Cuperlo arriva il terzo incomodo Speranza
Clima sempre rovente nel Pd. La nomina dei sottosegretari ha suscitato malumori interni alla dirigenza e alla base. In questo quadro si avvicina l’Assemblea nazionale dell’11 maggio, chiamata ad eleggere il segretario provvisorio che dovrà portare il partito al Congresso. Il preannunciato derby tra Guglielmo Epifani, sostenuto da Bersani, e Gianni Cuperlo, sponsorizzato da D’Alema, potrebbe svanire in favore di una mediazione su un candidato unitario, per il quale è circolato oggi il nome di Roberto Speranza, il giovane capogruppo alla Camera. Oggi il segretario regionale del Pd del Piemonte, Gianfranco Morgando, si è dimesso per l’esclusione dalla squadra dei sottosegretari di un esponente del Piemonte, unica Regione del Nord in cui il partito ha vinto alle politiche del 24 febbraio. In più il gruppo di base “Occupy Pd” ha lanciato nuove proteste davanti alle sedi locali del partito per la presenza di sottosegretari berlusconiani poco graditi. Il partito analizza i sondaggi della Swg, che indicano nel premier del Pd Enrico Letta il politico che gode di maggior fiducia (62%) tra gli italiani, mentre il partito per la prima volta dopo settimane di calo torna a salire (23,8%, +1,8%), con il sorpasso su M5S (23,7%) a sua volta in discesa. Dati che vengono guardati con attenzione in vista dell’Assemblea nazionale che sabato 11 maggio dovrà accogliere le dimissioni di Pier Luigi Bersani e eleggere un segretario provvisorio fino al Congresso che dovrebbe tenersi in autunno. I due nomi circolati in questi giorni, quelli di Guglielmo Epifani e di Gianni Cuperlo, disegnano infatti due rapporti diversi con il governo Letta. Dopo l’intervista di Massimo D’Alema di mercoledì, che invitava a fare subito la legge elettorale per prepararsi presto alle urne, la candidatura di Cuperlo è vista come “anti governativa”, specie dalle componenti vicine a Enrico Letta, Dario Franceschini e a Beppe Fioroni. Viceversa quella di Epifani è vista come troppo governativa dall’ala più di sinistra che ha sostenuto l’asse con Sel e M5S per eleggere Rodotà al Quirinale e che ora vive male l’esecutivo di coalizione con il Pdl. In questa area Pippo Civati ha rassicurato di non puntare a scissioni. Bersani sta lavorando ad una candidatura condivisa da portare in Assemblea, ed oggi è circolata l’ipotesi di una terza persona di mediazione: tra i nomi sentiti quello dell’ex governatore della Toscana Claudio Martini e soprattutto quello di Roberto Speranza. Molto dipenderà dall’ipotizzato asse tra D’Alema e Matteo Renzi (che oggi ha ribadito di non mirare alla carica provvisoria) anche se il sindaco di Firenze è sottodimensionato nell’Assemblea, eletta nel 2009, mentre Speranza ha antichi e buoni rapporti con D’Alema.