Così il nuovo manuale degli psichiatri farà sembrare matti anche i sani… per la gioia del mercato
Rischia di «far impazzire il mondo» l’ultima edizione del manuale diagnostico (The Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – Dsm) criticato da molti psichiatri perché contiene criteri diagnostici spesso discutibili che potrebbero moltiplicare i pazienti psichiatrici e disseminare nuove malattie. Chiamata prima Dsm-V e ora Dsm-5, la V edizione, 947 pagine per 199 dollari, oltre 300 malattie catalogate (presentata al meeting della American Psychiatric Association da oggi 18 maggio a San Francisco), per molti medici ha numerosi aspetti negativi rispetto alle precedenti. «Uno dei cambiamenti peggiori – spiega lo psichiatra Paolo Migone dell’Università di Parma – consiste nell’abbassamento delle soglie per la diagnosi (ridotto il numero di sintomi sufficienti a dire che una persona è malata), col risultato che si creeranno molti “falsi positivi” con conseguente aumento di consumo di farmaci, che peraltro aumenteranno i costi per il servizio sanitario nazionale i cittadini». Tante le nuove malattie “create” dal Dsm-5, per esempio il disturbo di disregolazione dirompente dell’umore che medicalizzerà gli scatti di rabbia, con conseguenze soprattutto sui bambini. La tristezza del lutto diverrà depressione, con somministrazione di farmaci inutili a quanti hanno perso una persona amata e vivono il lutto più a lungo del normale. Normali dimenticanze e defaillance cognitive degli anziani verranno diagnosticate come disturbo neurocognitivo minore, creando falsi allarmi e sofferenze in persone che non svilupperanno mai una demenza e anche in chi la svilupperà, dato che non vi è una terapia per curarli, fa notare Migone. Aumenteranno le diagnosi di iperattività e deficit d’attenzione (Adhd) soprattutto nell’adulto, con crescita dell’abuso di stimolanti. A causa dell’abbassamento della soglia diagnostica del disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating), abbuffarsi 12 volte in tre mesi non sarà più segno di golosità, ma malattia mentale. Per di più, continua Migone, l’introduzione del concetto di “dipendenze comportamentali” (le nuove dipendenze) potrà «favorire una cultura secondo cui tutto ciò che ci piace molto diventa disturbo mentale».
Ma c’è anche chi non la pensa così: «Vi è stata enfasi eccessiva sui cambiamenti del Dsm-5 – sostiene Carmine Parlante, psichiatra del King’s College di Londra. Per esempio l’idea che vi sono più disturbi non è corretta: ve ne sono alcuni che in prime edizioni erano ancora indicati come necessitanti maggiore ricerca e che invece nel Dsm-5 sono riconosciuti pienamente (per esempio il Binge Eating, ossia il mangione senza sensi di colpa, diversamente dal bulimico che cerca di rimediare). Alcuni cambiamenti sono stati criticati perché a rischio di medicalizzare esperienze normali, ma secondo me l’intenzione dell’Apa era l’opposto. Per esempio, si è eliminato il lutto come criterio di esclusione per la depressione, ma non vuol dire che normali reazioni di lutto verranno medicalizzate». Il problema, pare di capire, è che gli psichiatri non hanno nulla da vedere al microscopio, come i loro colleghi medici di altre branche, ma hanno solo una grande conoscenza teorica e delle pasticche. L’impressione è che con il nuovo Dsm-5 il consumo di ansiolitici e antidepressivi aumenterà moltissimo.
Lo psichiatra americano Allen Frances, che è molto critico verso le estensioni del nuovo manuale, ritiene addirittura che tutto ciò sarà dannoso e pericoloso anche sul piano sociale, poiché verranno considerate malate, e curate, delle persone che non hanno alcun bisogno di trattamento, mentre non vi saranno fondi pubblici per il trattamento delle persone realmente malate, come i malati psichiatrici, che finiranno per essere reclusi nelle carceri sovraffollate, come peraltro, secondo il medico statunitense, già accade. Per Frances, poi, vi potrebbero anche essere complicazioni mediche indirette, perché spesso gli antipsicotici producono aumento di peso e portano al diabete e alle malattie cardiache. Il nuovo Dsm-5, insomma, e su questo molti concordano, favorirà gli interessi dell’industria farmaceutica, che con la creazione e l’estensione di tante malattie psichiatriche vedrebbe i suoi antipsicotici diffusi come caramelle. Ci si augura che il medico sappia che il Dsm è uno strumento, e non la Bibbia, tanto che in alcuni Stati, come ad esempio il Regno Unito, esso non è neanche il principale punto di riferimento per le diagnosi psichiatriche.