Venezuela, morti in piazza: Il chavista Maduro se la prende con i «fascisti» e annuncia repressioni

16 Apr 2013 18:15 - di Giovanni Trotta

Quattro persone sono morte in scontri in piazza a Caracas in scontri tra oppositori e chavisti (al governo). La notizia è stata riferita dall’agenzia di stato Avn. Secondo le fonti locali, due persone sono morte a Miranda (che include parte di Caracas), una in Tachira (nello stato ai confini con la Colombia) e un’altra nello stato di Zulia. Le vittime sono morte durante gli scontri tra sostenitori del leader dell’opposizione Capriles e l’erede di Hugo Chavez, Maduro, vincitore per un soffio delle elezioni di domenica, elezioni su cui moltissimi osservatori nutrono0 forti dubbi di brogli. Il presidente eletto del Venezuela, Nicolas Maduro, accusa l’opposizione di «preparare un colpo di Stato contro le istituzioni democratiche cercando di attizzare fuochi di violenza, come in Siria e in Libia. Chi sceglierà la strada della violenza e del sabotaggio troverà lo Stato, e dovrà vedersela con la legge». In una intervista trasmessa dalla tv pubblica, Maduro ha detto che oltre ai “cacerolazos” (protesta a suon di pentole) si sono registrati attacchi contro funzionari pubblici, compresa la presidente del Consiglio nazionale elettorale Tibisay Lucena-. «I responsabili di queste violenze finiranno in carcere», ha ammonito. Il presidente eletto sostiene che le violenze sono attribuibili a «gruppi fascisti» appoggiati dalla Mesa de Unidad Nacional (Mud), la coalizione di opposizione del candidato Henrique Capriles, e al solito «imperialismo americano». Il presidente dell’assemblea nazionale, Diosdado Cabello, in una serie di messaggi su Twitter, ha detto che «chiederemo l’apertura di una inchiesta penale contro Capriles per la violenza generata nel Paese», e ha lanciato al leader oppositore una minaccia: «Capriles, fascista, mi assicurerò personalmente che tu paghi per il danno che stai causando alla nostra Patria e al nostro Popolo». Anche il ministro degli Esteri venezuelano, Elias Jaua, ha accusato Capriles di istigare le violenze scoppiate dalla notte scorsa, dopo la contestata vittoria elettorale del delfino di Hugo Chavez e la sua proclamazione-lampo a presidente. Jaua ha liquidato le proteste degli oppositori come «tipiche del fascismo». In un incontro con il personale diplomatico accreditato a Caracas, Jaua ha detto che «l’opposizione venezuelana ha cessato di essere una opposizione democratica». Da parte sua l’ex candidato alla presidenza Capriles ha invitato i suoi concittadini a manifestare «pacificamente» davanti alle sedi del Consiglio nazionale elettorale per esigere che si proceda a un nuovo conteggio dei voti delle elezioni: «Che nessuno ceda davanti alle provocazioni, la nostra lotta é ferma ma pacifica. A noi interessa che regni la pace. All’illegittimo no», ha scritto Capriles sul suo account di Twitter.

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