Un complimento ad una signora e su Obama si scatena l’apocalisse. Il mondo s’è capovolto…
Non se ne può più dell’imbecillità planetaria che corre sui binari del politically correct. Un semplice, generoso, affettuoso complimento fatto ad una donna, sia pure una donna pubblica, da un uomo, sia pure il più pubblico degli uomini del Pianeta, scatena un dibattito appunto globale, grazie ai social network ed alla propensione ad adeguarsi al totalitarismo del nulla da parte di chi non ha altro da fare se non spiattellare la propria stupidità all’universo mondo. E quanto più è stupido tanto più fa rumore.
Accade così che il presidente statunitense Barack Obama per aver definito il ministro della Giustizia californiana, la quarantottenne Kamala Harris, “brillante, impegnata e tenace ed è di gran lunga la più bella attorney general d’America”, si è visto assalito da alcuni giornalisti che, interpretando il loro mestiere come “indignati speciali” piuttosto che come osservatori, comunicatori ed opinionisti, hanno diffuso in tutto il mondo, attraverso il web il loro “sconcerto”. Uno ha scritto: “Obama se la mangia con gli occhi”. Pretendeva forse che venisse accecato o si girasse da un’altra parte davanti a tanto splendore muliebre che da sempre è stato esaltato nelle forme ritenute più opportune? Adesso, poiché il mondo è letteralmente cambiato, è un crimine o poco meno dire di una donna – pensate un po’ – semplicemente che è bella.
Un tale Jonathan Chait ha stigmatizzato il complimento presidenziale sul New York Magazine definendolo “una frase irrispettosa e deplorevole”, mentre una tale Kate McDonough, sul sito Salon.com, l’ha liquidata come “stupida e sessista”.
Già, Obama “sessista”. Giacché c’erano potevano definirlo “assatanato”, “arrapato”, “mandrillo”, e via seguitando.
I Tg e il web di tutto il mondo non parlano d’altro. Perfino alcuni giornali italiani hanno pubblicato sulle prime pagine, con grade evidenza, la notizia. E se Kim-Jong un sparasse un missile atomico contro la California, che cosa succederebbe? La classificherebbero come “ordinaria amministrazione, viene da pensare, coloro che s’indignano per l’innocente complimento di Obama che scuote più della crisi economica mondiale, dalle isole Kurili a Sant’Elena, dalle Fiji a Filicudi, alla Terra del Fuoco.
La faccenda, comunque, si è poi fatta seria. I marins però non sono ancora stati allertati, almeno così sembra, a protezione di tutte le donne belle d’America certamente in pericolo. E’ sceso in campo, per ora, il Washington Post scrivendo che in passato “molte donne del staff di Obama si erano lamentate per la cultura machista dell’Ufficio Ovale”, descritto da un’ altra testa lucida del mondo politico americano, Ron Suskind, come “un club di soli uomini”. E va bene. Se anche fosse? Che cosa c’entra un complimento – pensate un po’ se Obama o qualcun altro avesse definito una qualsiasi signora “racchia”, “inguardabile” e perfino con termini che noi ricordiamo riferiti ad una politica europea… – con un’analisi dei costumi della Casa Bianca? Vallo a sapere.
Siamo solidali con Obama. E con la signora. E ci associamo al complimento del presidente. A noi la bellezza ha sempre destato ammirazione e stupore. Lunga vita a Kamala Harris.