Tutti pazzi per Matteo, avanza l’Italia dei carini

4 Apr 2013 10:28 - di Marcello De Angelis

Il sindaco di Firenze, sconfitto eccellente alle primarie del centrosinistra, accusa Bersani di indugiare troppo e rompe gli indugi. Trova inaccettabile che Bersani stia seduto sul mandato ricevuto per formare un governo senza fare un passo avanti. Parla di “non vittoria del Pd”, di immobilismo, di incapacità di scelta. E rilancia la propria candidatura a leader, per un centrosinistra molto più di centro, sensibile ai problemi delle imprese , per il rinnovamento contro l’antipolitica. Né Grillo, né Grullo è il suo slogan. Dove grullo sembra essere proprio Bersani. Berlusconi? Secondo Renzi resta l’avversario da sconfiggere, ma non è l’Anticristo. Infatti, per senso di responsabilità e per salvare l’Italia da altri disastri, secondo Renzi si potrebbe anche accettare la mano tesa del centrodestra e formare un governo di scopo, di emergenza, di responsabilità o come lo si voglia chiamare. Ovviamente l’outing di Renzi ha mandato in sollucchero tutta l’intellighenzia triste radical-chic e i fan del carinismo in politica. Dei programmi di Renzi nessuno ha contezza, ma tutti lo trovano “simpatico” e oramai in Italia questo basta. Dopo l’infatuazione altalenante per Silvio, la venerazione temporanea per Napolitano, l’accoglienza messianica per i Professori, l’esaltazione di massa per Grillo, gli elettori italiani sono pronti per un nuovo innamoramento. Lo dicono i sondaggi, che danno un Renzi candidato premier di gran lunga al di sopra di qualunque contendente. Ed è questo – lo ammette lui stesso – che avrebbe mandato Renzi in fibrillazione. A chi gli ha chiesto se farebbe alleanze elettorali con gli avanzi del montismo ha risposto semplicemente che pensa a prendersi i voti non a fare cordate. Se si candida lui – ne è convinto – toglierebbe voti a tutti, cancellando il centro e cannibalizzando a destra come a sinistra. E purtroppo potrebbe avere ragione. Soprattutto se la destra non si attrezza anch’essa a dare segnali di rinnovamento credibile. Che non significa cambiare leader, ma almeno cambiare stile.

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