Tra una fettuccina e un porcino Grillo mette sotto tutela i suoi parlamentari: «D’ora in poi una riunione al mese»

5 Apr 2013 18:29 - di Redazione

Pare che abbiano mangiato fettuccine ai funghi porcini e guanciale. Pare che abbiano gradito la villa esclusiva alle porte di Roma, un resort a cinque stelle, come il Movimento. Pare persino che si sia parlato di politica. Ma su questa ultima indiscrezione non v’è certezza. Della riunione del parlamentari M5S, restano solo le frasi di Beppe Grillo. Estrapolate con una serie di “si dice”, “sembra”, “pare”. Scordatevi lo streaming e la trasparenza. Quella andava bene in campagna elettorale.  Qualcuno dei parlamentari M5S avrebbe perfino espresso dubbi rispetto alla linea tenuta finora. Lo conferma il deputato Stefano Vignaroli, che dice: «Grillo li ha ascoltati ma ci ha detto che c’è libertà di pensiero». Perché Grillo è un leader benevolo. Ma Roberta Lombardi annuncia che d’ora in poi Grillo vedrà i suoi parlamentari una volta al mese. Tanto perché i parlamentari sono liberi. Il prossimo vertice ci sarà dopo l’elezione del presidente della Repubblica. «Beppe verrà anche in Parlamento e potrà vedere quali sono i nostri ritmi di lavoro», annuncia la capogruppo alla Camera. Dal comico una serie di avvertimenti: «Non pubblicate sui social network elementi della vostra vita privata, ma solo l’attività parlamentare». Un parlamentare del M5S durante la riunione avrebbe chiesto: «Non stiamo per caso fornendo un pretesto ai partiti per fare un governissimo?» E lui: «L’hanno già fatto da un mese. No, non gli stiamo fornendo nessun pretesto». E ancora: se si verificherà «l’inciucio delle larghe intese la gente, che è stufa, prenderà i bastoni». Il refrain è sempre quello: «Ho detto a Napolitano di darci l’incarico» di formare un governo e solo dopo «gli faremo un nome» per la sua guida. «Ora il nome è il Movimento nel suo insieme».  A proposito del successore di Napolitano: «Dobbiamo arrivare calmi e sereni all’elezione del presidente della Repubblica che sarà molto diverso da questo». E i dissidenti? «Si stanno dividendo gli altri, non noi». Perché i grillini sarebbero «liberi di definire la linea politica», ma «nel rispetto del programma». Come a dire ai suoi: «Siete liberi di pensarla come me».

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