Staminali, tutti d’accordo col Pdl: se ne occupi il Parlamento, non un governo dimissionario
Niente deleghe in bianco, tanto più a un governo dimissionario, perché è il Parlamento che deve occuparsi di una materia tanto delicata come quella delle terapie avanzate con le cellule staminali. È su questi presupposti che l’assemblea di Palazzo Madama – tutti d’accordo tranne ovviamente i senatori di Scelta Civica – ha stralciato dal decreto Balduzzi sulle staminali un comma che demandava a un successivo regolamento ministeriale la disciplina dell’intera materia. «Il Parlamento deve poter approfondire» ha chiarito la pidiellina Cinzia Bonfrisco, tra i primi a sollevare la questione dell’incostituzionalità del comma, poi bocciato appunto perché non sussistono i requisiti di necessità e urgenza che richiede lo strumento del decreto legge. «Non si possono dare deleghe in bianco su regolamenti per una materia così delicata, che tocca il dolore delle famiglie e la sofferenza di tanti bambini. Tanto meno a un governo che non è stato votato dagli italiani e che sopravvive a una legislatura finita», ha spiegato la Bonfrisco. E meglio sarebbe, peraltro, se ad approfondire la questione fossero le commissioni competenti finalmente operative al posto della onnicomprensiva commissione speciale, come ha chiesto il Movimento Cinque Stelle, esortando il presidente del Senato Pietro Grasso, durante l’intervento in Aula di Paola Taverna, «a convocare senza indugio alcuno le commissioni permanenti».
Ma il tema sta a cuore a tutti i gruppi, visto che lo stesso invito è arrivato anche dalla senatrice ex Pdl e ora Gal (Grandi Autonomie e Libertà) Laura Bianconi («dobbiamo spingere perché questo Parlamento possa entrare prestissimo nel pieno delle sue funzioni»), dai leghisti («il tema va affrontato con un ponderato strumento legislativo nelle adeguate sedi parlamentari», ha detto Stefano Candiani) e pure da Sel («sarebbe utile riportare la discussione nelle ordinarie vie parlamentari attraverso una discussione nelle commissioni competenti», ha chiarito Alessia Petraglia). Il provvedimento (che prevede anche la proroga per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari) intanto andrà subito al vaglio, rapido, della commissione speciale di Palazzo Madama, perché entro mercoledì 10 aprile dovrà arrivare in Aula. Il Pd, che ha votato a favore dello stralcio, è comunque intenzionato a presentare emendamenti per regolare complessivamente la materia. Obiettivo che è anche quello del ministro della Salute, Renato Balduzzi: «Il Parlamento è sovrano – si è limitato a commentare al termine della votazione – ma il governo ora farà la sua parte» perché si arrivi comunque, «in una forma compatibile» con la decisione del Senato, a dare regole certe sull’utilizzo delle terapie avanzate personalizzate. Ma non si tratta – ha spiegato – di mettere paletti «più restrittivi» come ventilato in più di un intervento in Aula, lasciando intendere che per questo il governo avesse fatto ricorso allo strumento del regolamento. Questo timore – ha chiarito il ministro – «è frutto di un equivoco. Si tratta di tutelare la salute con trattamenti conformi alle regole di sanità pubblica di tutto il mondo».