Riprogettiamo un’Italia più giusta per pagare meno tasse e creare lavoro
Progettare insieme l’Italia di domani è lo slogan con cui l’Ugl scende in piazza a Verona per celebrare il Primo maggio. Una città del Nord, e non le consuete capitali del Mezzogiorno, per sottolineare che la crisi non risparmia nessuno ed è oggi molto presente anche in territori considerati quasi immuni dai problemi legati all’emergenza sociale. Verona, quindi, quest’anno unisce l’Italia nel segno delle difficoltà economiche e occupazionali. Da qui parte un percorso ideale del sindacato teso alla valorizzazione di ogni singolo territorio, di cui intendiamo promuovere il riscatto con la richiesta di precisi impegni al governo, che finalmente abbiamo.
Tutta l’Italia pretende adesso risposte chiare e precise. Abbiamo trovato nel discorso di presentazione del programma del governo, fatto dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, alla Camera, delle buone prospettive per il mondo del lavoro e per i cittadini. Una sensibilità alle tematiche, con cui un sindacato si trova a combattere ogni giorno, che nel governo tecnico si è subito smarrita rispetto alle intenzioni. Adesso bisogna coniugare equità e rigore, in ogni singola riforma, in ogni singolo provvedimento, sostituendoli ai sacrifici, alle tasse tasse e alle stangate per il ceto medio, ovvero la spina dorsale dell’Italia. Noi «facciamo il tifo» per questo governo perché amiamo l’Italia e perché l’Italia non può perdere questa occasione. Stavolta bisogna fare e bene, perché non avremo «una seconda occasione», la situazione, inutile nasconderlo, è catastrofica. Le aspettative di tutti sono alte ed è giusto che sia così, perché la sofferenza della gente e lo smarrimento dei giovani hanno già superato ogni previsione. Per questo, mentre diciamo alt ai demagoghi di turno che non perdono occasione per strumentalizzare i bisogni della gente, chiediamo impegni concreti per lo sviluppo: più risorse, più investimenti, più lavoro, redditi in crescita e maggiori consumi, per attivare un meccanismo virtuoso in grado di portarci fuori dall’emergenza. Si parte dando un primo colpo alle tasse. Lo stop all’Imu va benissimo. Ma da Verona vogliamo gridare al nuovo governo che servono risorse per gli esodati e i cassintegrati in deroga, che è urgente una riforma fiscale vera, che l’Italia ha bisogno di maggiori e migliori infrastrutture per attirare investimenti anche dall’estero e per unire concretamente Nord, Centro, Sud e Isole, perché vogliamo un sistema del credito migliore più vicino alle esigenze dei piccoli risparmiatori, quindi di lavoratori, pensionati e famiglie, e delle imprese. Non sono poi così tanti i nostri obiettivi ma sono di sicura efficacia, perché è tutto ciò che all’Italia manca ormai da troppo tempo.
Ma riforma fiscale significa soprattutto allentare la morsa della tassazione su lavoro, famiglie e imprese. Queste ultime, se vengono messe nella condizione di assumere giovani, donne e over 50 son infatti in grado di dare un contributo importante al superamento delle difficoltà economiche del Paese. Chiederemo ancora, e non smetteremo mai di farlo, l’introduzione del quoziente familiare, la modifica degli errori contenuti nelle riforme Fornero, in materia di pensioni e lavoro. Nel primo caso perché sono stati fatti sbagli macroscopi, con il rigido allungamento dell’età pensionabile anche per mansioni che non si possono fisicamente e razionalmente sostenere all’età di 67 anni. Nel secondo perché, oltre allo «scardinamento» dell’articolo 18, che non serve a nulla perché ci pensano le difficoltà produttive a cancellare i posti di lavoro, è diventato più oneroso per le imprese assumere. Un vero e proprio controsenso in tempi di crisi e di disoccupazione a due cifre, soprattutto nel Mezzogiorno, il grande assente della campagna elettorale.
Per l’Ugl è fondamentale la valorizzazione dei territori, di tutti i territori da Nord a Sud, perché solo così l’Italia può sperare in un futuro migliore. Bisognerebbe creare macororegioni anche al Centro, al Sud e nelle Isole, purché tutto questo sia realizzato insieme, all’interno di un progetto di ampio respiro e a lungo termine. E soprattutto attraverso un reale coinvolgimento di sindacati, imprese, istituzioni nazionali e locali, società civile, mondo dell’informazione. Tutti insieme per costruire un’Italia all’altezza della sua storia e in grado di dare le risposte che i cittadini si attendono.
* Segretario Generale Ugl