È quasi accordo su Franco Marini, il nome che mette insieme Pd, Pdl e Scelta civica

17 Apr 2013 17:09 - di Redazione

La trattativa tra Pd e Pdl per il nome “condiviso” al Quirinale sarebbe in dirittura d’arrivo. È su Franco Marini che stanno per convergere i voti di Pd, Pdl e Scelta civica. L’intesa è arrivata dopo una giornata convulsa durante la quale Berlusconi e Bersani si sono parlati al telefono e il segretario del Pd avrebbe presentato la sua rosa di nomi, tra i quali quelli di Amato, D’Alema e Marini. La “carta segreta” di Bersani, secondo indiscrezioni, sarebbe stata quella di Sergio Mattarella, ex Dc, ministro nei governi D’Alema e attualmente giudice costituzionale. La notizia che si stava per chiudere l’accordo su un nome condiviso ha mandato Beppe Grillo su tutte le furie: il Pd – accusa sul suo blog – “consulta solo Berlusconi per proporre D’Alema, Amato, Violante come ruotino di scorta o un presidente dell’inciucio. Un loro settennato consegnerà l’Italia alla dissoluzione non solo economica, ma anche come Stato unitario. È bene saperlo. Ognuno si prenda le sue responsabilità”. E ancora, per Grillo, quelle di Bersani non sono consultazioni ma “berlusconarie”. Immediata la replica del portavoce di Bersani, Stefano Di Traglia: “Mi pare evidente che Beppe Grillo sia in piena confusione. E le Quirinarie sono state solo un’illusione per i militanti del Movimento 5 Stelle”.

E durante il botta e risposta tra M5S e Pd arriva l’annuncio di Milena Gabanelli che ha deciso di non accettare la candidatura che i grillini le hanno offerto: “Continuo a fare la giornalista. Non è stata una riflessione serena – afferma – ma solo attraverso il mio lavoro provo a cambiare le cose”. Un rifiuto che induce Grillo a lanciare Rodotà: “Gli ho parlato al telefono – ha scritto in un tweet – e ha accettato”.  Ma non c’è solo Grillo tra coloro che sono infuriati per la possibile intesa Pd-Pdl che potrebbe finalmente sbloccare lo stallo che il Paese sta vivendo. Anche Nichi Vendola critica le prove di dialogo: “Se le intese, gli accordi e i dialoghi” – afferma –  che sono in corso in queste ore sul futuro Presidente della Repubblica costituiscono “la prova d’orchestra di un governissimo allora esprimiamo la nostra radicale contrarietà”. Poi però è Bersani a fare il punto su una giornata decisiva e convulsa: “Ci sono condizioni per scelta condivisa”. E il nome è appunto quello di Franco Marini.

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