La maledetta domenica del brigadiere Giuseppe Giangrande che ora rischia la paralisi
Alzarsi una mattina d’aprile, postare su Facebook “Buona domenica a tutti, oggi grande giornata di sole” e chiudere la giornata rischiando la paralisi. È la maledetta parabola del brigadiere dei carabinieri Giuseppe Giangrande, colpito alla colonna cervicale da uno dei proiettili sperati contro di lui da Luigi Preiti davanti Palazzo Chigi. In conseguenza del danno midollare il militare «rischia una tetraplegia», ossia una paralisi permanente degli arti superiori ed inferiori. Una tragedia. Lo spiega il professor Angelo Lavano, primario del reparto di neurochirurgia del Policlinico universitario di Catanzaro. «Le immagini televisive – dice il primario – hanno evidenziato che il carabiniere, una volta a terra, è rimasto immobile, segno di un danno grave ed importante subito al midollo spinale. Durante l’intervento chirurgico il paziente è stato sottoposto probabilmente ad una decompressione del midollo». Ora si trova ancora in una fase di choc midollare, alla quale nei prossimi giorni potrebbe seguire una fase di recupero. Un recupero importante potrebbe ridurre i danni, ma il quadro, così come descritto, appare serio». Giangrande, già colpito appena due mesi fa dal grave lutto della morte della moglie, insieme all’altro carabiniere ferito, Francesco Negri, fa parte del VI battaglione Carabinieri Toscana. Originario di Monreale (Palermo) e vive da anni in Toscana, a Prato, insieme alla figlia 23enne. La ragazza, appena appresa la notizia del ferimento del papà, lo ha immediatamente raggiunto a Roma. Il brigadiere è stato in servizio al nucleo radiomobile del Comando provinciale dei carabinieri di Prato fino a tre anni fa, poi aveva chiesto il trasferimento al VI Reggimento Mobile Toscana, con sede alla caserma Baldissera di Firenze. Faceva parte del gruppo antisommossa, ed è questa la ragione per cui si trovava a Roma in questo periodo a fornire supporto ai dispositivi di scorta e sorveglianza ai Palazzi della politica. La prognosi è comunque riservata: per sapere se ce la farà bisognerà aspettare 72 ore. Giangrande ha un fratello poliziotto a Milano e un altro che gestisce un bar a Monreale: entrambi si sono messi in viaggio per Roma. Al Policlinico sono andati il neo presidente del Consiglio Enrico Letta – che ha espresso “vicinanza”alla famiglia e all’Arma -, il presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro della Difesa Mauro, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il comandante dei carabinieri Leonardo Gallitelli. Meno grave il carabiniere scelto Negri, 30 anni, colpito da un proiettile alla tibia, sotto al ginocchio. Chiede insistentemente delle condizioni del suo collega. Al sindaco Alemanno Negri ha raccontato di quell’attentatore «sbucato fuori all’improvviso», che sono riusciti a immobilizzare, ma a caro prezzo dopo che aveva sparato. A tutti ha detto di voler al più presto tornare in servizio. Non sa ancora, forse, che Giangrande lotta per restare vivo.