Bersani ha un’altra colpa: l’accanimento terapeutico che tiene in vita il governo tecnico

10 Apr 2013 20:18 - di Francesco Signoretta

L’imputato è Bersani. Ha la responsabilità dello stallo ma soprattutto porta sulle spalle una colpa difficile da perdonargli: il governo tecnico, nonostante i fallimenti e gli schiaffi beccati dagli elettori, continua ad agire a suo piacimento mettendo le mani e il naso dappertutto, creando le premesse per distruggere quel poco che è rimasto e tenendosi stretto il residuo di potere che gli concede la vacatio. Neanche i cocci vuole lasciare, quasi a mo’ di vendetta contro chi non ha capito le grandi virtù di Sua Sobrietà e il grande miracolo fatto dalla squadra dei bocconiani a Palazzo Chigi. In pasto all’opinione pubblica ancora slogan: dopo la «luce in fondo al tunnel» è il turno del «risanamento avvenuto» grazie al Def varato con piglio da cattedratici. È un insieme di cifre, conferma il pareggio di bilancio e a mo’ di beffa, assicura che «se resta l’Imu l’obiettivo sarà centrato anche dopo il 2014», come dire rassegnatevi, non c’è nessuna intenzione di togliere l’odiatissima tassa sulla casa né di modificarla (soprattutto per non dire che Berlusconi aveva ragione). E la scusa è sempre la stessa, anche se alla gente non gliene frega niente: «A maggio saremo tra i Paesi virtuosi», e non importa se questo avviene dopo aver svuotato i portafogli di tutti. Lo stesso Monti ha parlato del Def come work in progress e come «contributo al prossimo governo». Il che fa capire che dà per scontata una rilettura delle cifre. Del resto, è quantomeno strano che un Consiglio dei ministri, dimissionario dall’8 dicembre del 2012 e in carica per i soli affari correnti, metta a punto il Def e lo presenti senza aver consultato in nessun modo il nuovo Parlamento (che non gli ha votato nessuna fiducia) e senza aver effettuato alcuna informativa. Come si fa, si è chiesto Renato Brunetta, «a diffondere stime programmatiche da qui fino al 2017 se manca addirittura un programma di governo chiaro e definito?». È evidente che le cifre sono scritte sull’acqua. Ed è altrettanto evidente che le Camere le correggeranno. Ma il come e il quanto è ancora tutto da stabilire. A causa dello stallo. Uno stallo che conviene solo agli ultimi “resistenti” montiani.

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