Vanità da vaticanisti: Messori dice di aver previsto il papa, ma è Magister il vero “profeta”
Di sicuro lo Spirito Santo deve avere uno spiccato senso dell’umorismo: al posto della colomba un gabbiano, al posto del giovane un anziano. Al posto del brasiliano un argentino. Come accade a ogni Conclave, le previsioni dei vaticanisti finiscono in una fumata (nera). Ieri pomeriggio al Tgcom 24 un inviato spiegava in diretta da piazza San Pietro: «Mi gioco la carriera, ma se fanno il papa entro oggi è sicuramente Scola». Tanto certi da incorrere in gaffe clamorose, come quella della Cei. L’ufficio stampa dei Vescovi italiani ha mandato un messaggio di congratulazione al porporato della Diocesi di Milano, subito dopo la fumata bianca. Un incidente di percorso che fa il paio con i buchi nell’acqua delle tv all news. Facendo zapping era in fiorire di dirette con il Brasile, con gli Stati Uniti e con il paese natale di Scola. Neanche un collegamento telefonico con Buenos Aires.
Il record, tuttavia, spetta al Corriere della Sera: il giorno prima ha pubblicato il profilo di 12 papabili, senza Bergoglio. All’indomani dell’elezione ha però ospitato in prima pagina l’articolo di Vittorio Messori, vaticanista di gran lustro che ha spiegato come avesse previsto tutto, senza però poterlo dire per un eccesso di umiltà. A conferma cita un giornalista de La Stampa, al quale avrebbe confidato in tempi non sospetti la certezza che il successore di Ratzinger sarebbe stato l’arcivescovo di Buenos Aires. Peccato che non lo abbia scritto sul giornale che lo paga anche per questo. Né la sua indicazione è stata recepita del collega de La Stampa, visto che anche il quotidiano di Torino ha dedicato spazio ai porporati di mezzo mondo, ma non a Bergoglio. A via Solferino, non tutti hanno preso bene il pezzo autocelebrativo, tanto che Pierluigi Battista gli ha riservato un tweet sarcastico: «Ah beh, Messori dice che l’aveva previsto».
Chi invece lo aveva previsto davvero, in tempi non sospetti, è Sandro Magister. Un articolo del dicembre 2002 per l’Espresso appare profetico. Ancora vivo e vegeto Giovanni Paolo II (sarebbe morto il 2 aprile 2005) il vaticanista delineava il profilo del papabile perfetto, dal titolo “Bergoglio in pole position”. «A metà novembre lo volevano eleggere presidente dei vescovi dell’Argentina. Ma ha rifiutato. Se ci fosse un Conclave, però, gli sarebbe difficilissimo respingere l’elezione a papa. Perché è lui che i cardinali voterebbero a valanga, se chiamati a scegliere dall’oggi al domani il successore di Giovanni Paolo II». Insomma, Magister l’aveva previsto davvero, undici anni prima. Ma non ditelo a Messori.