Profanato il Campo della Memoria a Nettuno

27 Mar 2013 18:27 - di Valerio Pugi

Nella notte del 15 marzo alcuni sconosciuti sono penetrati all’interno del Campo della Memoria, a Nettuno, vicino Roma, scavalcando facilmente il cancello o aprendosi un passaggio nella rete di protezione, e hanno asportato le cento targhe d’ottone dove erano incisi i nomi dei caduti del battaglione Barbarigo della X Mas sul fronte di Anzio, fra i primi ad indossare l’uniforme grigio-verde e riprendere le armi «per l’onore d’Italia». Si sospetta che i ladri siano zingari visto che l’ottone è ben pagato sul mercato nero. Cosa può importare a degli zingari del valore simbolico di quel luogo e di quei nomi? Cento giovani e giovanissimi, sei di loro ignoti, i cui resti sono stati cercati e trovati nell’Agro pontino da Raffaella Duelli, già ausiliaria del medesimo battaglione. Il nome del Campo della Memoria fu suggerito da Mario Tedeschi (battaglione Barbarigo sul fronte di Anzio e successivamente in Piemonte, poi direttore de “Il Borghese”, senatore del Msi e quindi artefice della scissione di Democrazia Nazionale); disegnato dall’architetto Alessandro Tognoloni (già sottotenente di vascello, dato per disperso in combattimento nei pressi di Cisterna nel tentativo di arrestare con il suo plotone l’avanzata degli Sherman Usa, insignito di medaglia d’oro e salvato dagli americani, che lo raccolsero dopo due giorni con il fianco squarciato, in possesso della penicillina) per anni è stato un luogo “privato” dove i reduci della Rsi celebravano messe in ricordo dei caduti finché, con il contributo dei reduci dell’Associazione Decima Mas-Rsi, gli è stato concesso lo status di sacrario di guerra. Un importante riconoscimento ai morti della “parte sbagliata”. A tutt’oggi è meta di pellegrinaggio e di cerimonie da parte di giovani e anziani che vogliono conoscere o ricordare chi combatté per l’onore dell’Italia.

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