La maledizione di De Magistris: crolli e roghi. E la rete si scatena con i video-choc
Doppia ferita al cuore di Napoli. Rimangono solo i muri perimetrali della Città della Scienza dopo il rogo che ha distrutto il museo interattivo considerato tra i gioielli culturali della città, oltre che uno dei suoi più validi attrattori turistici, con una media di 350mila visitatori l’anno. Un incendio che va ad aggiungersi al crollo di qualche ora prima di un palazzo dell’Ottocento che si è letteralmente sbriciolato davanti agli occhi di centinaia di cittadini in pieno centro, alla Riviera di Chiaie: il salotto buono dei napoletani. Due sciagure che, solo per un pizzico di fortuna, non si sono trasformate in tragedie con vittime e che mettono il sindaco arancione Luigi De Magistris (proprio ieri fischiato dai cittadini dei palazzi sgombrati che hanno parlato di un crollo annunciato), di fronte alle sue inadempienze: Napoli è una città sofferente che cade a pezzi e non ne può più di promesse non mantenute e proclami. Ancora ignote le cause del rogo, l’unica certezza è che all’interno della struttura non c’erano persone, grazie anche alla chiusura settimanale del lunedì, ma non si esclude nessuna ipotesi, tra cui quella dolosa. In lacrime dopo una notte terribile e davanti alle ceneri della Città della Scienza i lavoratori. I circa 160 dipendenti del museo si sono radunati per cercare di capire quanto successo e avere qualche rassicurazione sul loro futuro occupazionale. Dei numerosi padiglioni che componevano lo “science center”, solo uno è stato risparmiato dalle fiamme. Le testimonianze riferiscono di una estensione rapidissima dell’incendio, complice la gran presenza di legno e altri materiali infiammabili. E così in pochi minuti è andato in fumo un polo, nato dall’intuizione di Vittorio Silvestrini, presidente della fondazione Idis, che in una dozzina d’anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza, grazie a decine di esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi, centro di alta formazione, incubatore di imprese. L’area distrutta dalle fiamme è stimata in 10-12mila metri quadrati, praticamente l’intero centro, a eccezione del “teatro delle Nuvole”, un corpo separato che ospitava rappresentazioni. Sono state ore di sgomento anche per tutti gli abitanti di Bagnoli, che temevano di rimanere intossicati dal fumo denso e nero, poi invece sospinto dal vento verso il mare aperto. In rete sono tanti i video che circolano e che riprendono il rogo su YouTube.