Il nuovo consulente dei senatori grillini? Due anni fa diceva: il finanziamento pubblico ai partiti non si tocca
Come il signor Wolf di Pulp Fiction, anche Claudio Messora “risolve problemi”. Beppe Grillo l’ha spedito a Palazzo Madama (per lo stesso ruolo ha inviato Daniele Martinelli alla Camera) come nuovo “consulente” per la Comunicazione dei grillini. Ieri sul suo profilo Facebook, commentando i 12 voti per Grasso, lo stesso Messora ha annunciato di che cosa hanno bisogno i senatori grillini: «Errare Humanum Est. Ora bisogna individuare un meccanismo, un cuscinetto di interposizione tra gli eletti, gli elettori e il capo politico perché questi ragazzi non siano lasciati soli, allo sbando di fronte alla loro ancora acerba maturità politica». Ecco pronto il cuscinetto Messora, gestore del Blog Byoblu. Teorico dell’onnipotenza della Rete, sogna parlamentari eletti solo attraverso un clic, Messora sarebbe un grillino perfetto se non fosse che le sue opinioni sono diametralmente opposte a quelle del Movimento.
Sul primo punto, quello fondativo del Movimento. Il finanziamento pubblico ai partiti. Basta rileggere cosa scriveva sul suo blog sul Fatto quotidiano (1° settembre 2011): «Cosa credete che succederà quando ci saranno la metà dei parlamentari a rappresentarvi, quando avranno uno stipendio di duemila euro al mese e quando non avranno più nessuna garanzia sul futuro? Ve lo dico io: il vostro vicino di casa, il signor Rossi, che è stimato da tutti e che, se messo a servire il suo paese, farebbe meglio di questa accozzaglia di sordidi affaristi dediti all’intrallazzo e alla lussuria come gli antichi romani di Spartacus, resterebbe a fare l’impiegato o a gestire con successo la sua bottega. A vita. Chi glielo fa fare di perdere il suo lavoro con pochissime probabilità di essere riassunto, magari dopo 10 anni, quando ormai cinquantenne non se lo filerà più nessuno ma, avendo già fatto due mandati, dovrà tornarsene a casa, senza la garanzia di una pensione integrativa da parte dello Stato? Chi glielo fa fare di mollare i suoi due bimbi piccoli, che ora perlomeno hanno la certezza di mangiare due volte al giorno, per trasferirsi a Roma e spendere più di quello che guadagna? E giacché non ci devono più essere neppure i rimborsi elettorali, chi glielo fa fare di dilapidare tutto quello che ha guadagnato solo per pagarsi una campagna elettorale dall’esito incerto, anche in considerazione dell’esiguità dei posti disponibili in Parlamento dopo il dimezzamento? Per fare cosa, poi: per contribuire al bene comune? No, il signor Rossi, che siete voi, d’ora in poi se ne starà a casa. E sapete chi ci andrà, a tutelare i vostri interessi? Chi se lo può permettere: i ricchi, i faccendieri, magari i criminali che hanno ingenti quantità di liquidi da spendere, in un modo o nell’altro. Guarda caso, le uniche riforme che non si toccano, in questo girotondo di acrobati e di venditori di fumo, sono proprio quelle che diminuiscono il “potere rappresentativo del popolo”, che per di più sono osannate e invocate a gran voce dallo stesso popolo. Un miracolo della tecnica di persuasione di massa. Bravi: rinunciate pure volontariamente ai vostri diritti acquisiti. Ma sì: limitiamola, questa democrazia già così scricchiolante».
Meno di due anni dopo l’autore dell’articolo, quello stesso strenuo difensore del finanziamento pubblico (in perfetta linea con Bersani e il Pd) è oggi pronto a diffondere il verbo del M5S contro il finanziamento pubblico. Più o meno come un vegetariano che promuove la bontà di una macelleria. Perché il signor Wolf risolve problemi, non è mica pagato per essere coerente.
L’intervento di Claudio Messora in favore del finanziamento pubblico ai partiti
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/01/se-fosse-per-me-farei-cosi/154697/