I medici di Berlusconi contro i giudici: «La visita fiscale in ospedale? Mai vista prima»

9 Mar 2013 20:56 - di Redazione

I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno stabilito che l’infiammazione agli occhi di Silvio Berlusconi non costituisce un legittimo impedimento assoluto ad andare in aula e dunque il processo sui diritti tv può proseguire. La decisione della Corte di andare avanti con il dibattimento ha riacceso lo scontro con le toghe milanesi. Tant’é che Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno deciso di rinunciare alla loro arringa nel merito e a depositare al suo posto una memoria. Hanno però parlato in tutto una quarantina di minuti per sostenere che i magistrati ai quali è affidata la sentenza di secondo grado «non sono super partes». Più dure le reazioni del Pdl. «Medici nazisti su indicazione di un tribunale stalinista sono andati da Berlusconi e hanno emesso un verdetto disgustoso» attacca Fabrizio Cicchitto che parla di una situazione “insostenibile” anche dal punto di vista “istituzionale”. Sandro Bondi lancia l’allarme: «Attenzione, di questo passo nessuno potrà controllare la collera dei cittadini». Più pacato ma comunque determinato il segretario del Pdl, Angelino Alfano. «Il 23 marzo noi andremo in piazza» per evitare che «una parte di magistratura politicizzata vada contro la sovranità popolare» dice confermando quindi la linea già evocata dallo stesso Berlusconi.

Sul fronte del processo Mediaset, si ritorna in aula sabato prossimo mentre per il 23 marzo è attesa la sentenza. Ora la decisione di respingere l’istanza di legittimo impedimento potrebbe avere qualche effetto anche lunedì prossimo sul processo Ruby dove verrà riproposta la questione. In serata al San Raffaele la conferenza stampa dei medici che hanno in cura l’ex premier. «Abbiamo vissuto questa vicenda con un po’ di disagio. Non siamo abituati a dare giustificazioni del nostro operato – ha detto Alberto Zangrillo, dottore personale di Silvio Berlusconi e primario di terapia intensiva al San Raffaele – Quello di cui si dissertava oggi era vedere se c’era un impedimento assoluto, ma questo a noi non compete perché l’impedimento assoluto in medicina è evento molto raro: perfino un paziente in coma può essere trasportato dappertutto».  Per Francesco Bandello primario di oftalmologia e oculistica del San Raffaele di Milano, il ricovero dell’ex premier per uveite bilaterale era necessario. «Aveva un quadro gravissimo di uveite in stadio avanzato, nonostante l’avessi visitato più volte nelle ultime settimane e gli avessi già prescritto una terapia. Avrei fatto la stessa cosa per qualunque paziente. Grazie al ricovero ci siamo accorti che era necessario aumentare la terapia». Secondo il professor Bandello «non è possibile sapere per quanto tempo sia necessario il ricovero, Berlusconi deve continuare questo tipo di trattamento e monitoraggio, affinché si risolva l’infiammazione acuta. Non so se lunedì sarà in grado di uscire».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *