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Tra Monti-Bersani un patto come Molotov-Ribbentrop. Ma Vendola è una furia: «Lo saboterò»

Senza categoria - di Antonio Marras - 6 Febbraio 2013 - AGGIORNATO 6 Febbraio 2013 alle 14:14

«Bersani e Monti hanno confessato apertamente la loro volontà di inciucio», esordisce di prima mattina  Silvio Berlusconi a Radio 24,  non senza un certo compiacimento. E il tema del patto di non aggressione offerto ieri da Bersani a Monti (dopo la coincidenza della visita a Berlino…) tiene banco per tutta la giornata, con il Pdl all’attacco e Vendola letteralmente infuriato. «Ora è ancora più chiaro – ha proseguito ancora Berlusconi – che chi vota Casini, Fini e Monti vota per Bersani. Monti e Bersani sono correligionari, seguono entrambi la religione delle tasse». Ma la metafora più riuscita della giornata è sicuramente quella di Maurizio Gasparri, che vede l’asse Monti-Bersani come una riproposizione in chiave moderna del patto Molotov-Ribbentrop, il trattato di non aggressione fra la Germania nazista e l’Unione sovietica firmato a Mosca il 24 agosto del 1939 dal ministro degli Esteri sovietico Vjaceslav Molotov e quello tedesco Joachim von Ribbentrop. «Bersani e Montil’hanno siglato a Berlino…», dice Gasparri, che prosegue: «Monti tradisce i moderati e certifica il ruolo di stampella e aggregato a Bersani e Vendola. Così anche lui aderisce al partito fondato nel 1921. Il patto semplifica il quadro politico: gli elettori possono scegliere la sinistra o lo schieramento moderato con il Pdl». Bersani, dal canto suo, cerca di minimizzare il possibile impatto sulla sua alleanza col Sel dell’inciucio con Monti. «Basta leggere la carta d’intenti del centrosinistra: a contrasto di posizioni populiste abbiamo un’ apertura a forze europeiste e costituzionali. Poi certo la convergenza si fa alla prova dei programmi», dice il segretario del Pd. Ma Nichi Vendola è un po’ più esplicito: «Ci sono tanti alleati, dalla Cgil a chi lotta contro la precarietà del lavoro, tranne uno: Monti», dice Vendola a margine di un convegno sull’innovazione che si tiene a Roma. «Il voto a Sel è la polizza assicurativa per gli elettori di sinistra e la garanzia della non invadenza dell’ipoteca pesante di Monti», aggiunge. Più chiaro di così, Molotov?

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6 Febbraio 2013 - AGGIORNATO 6 Febbraio 2013 alle 14:14