Si prevedono urne “bagnate”, il Pd fa la danza della pioggia e tifa per l’astensionismo. Ma nel 2008…
La nota politica del giorno è firmata dal meteorologo Antonio Sanò, ministro virtuale per i Rapporti con l’ Anticiclone delle Azzorre, i Locali addensamenti e le Foschie diffuse in Valpadana. «Una nuova perturbazione, questa volta di origine atlantica, sta transitando sull’Italia e porterà nei prossimi dieci giorni pioggia e temporali diffusi con temperature miti, compreso domenica e lunedì della prossima settimana, quando gli italiani saranno chiamati alle urne». La previsione forse è azzardata, un po’ troppo distante per essere considerata verità scientifica, ma ha un suo fondamento. E, ragionandoci su, preoccupa più il Pdl che il centrosinistra. In America, si sa, le previsioni meteo condizionano l’attività dei politici più degli elettori (e perfino degli oroscopi). Perché è chiaro che convincere gli elettori di una piazza, in un comizio, mentre sono intenti a scansare fulmini e ad asciugare goccioline, non è semplicissimo. Ecco perché prima di organizzare un evento elettorale, negli Usa la consultazione di un “guru” delle previsioni meteo è automatica. Ma le urne sono urne, restano lì solo due giorni, nessuno le può rinviare, si può solo sperare che Zeus, il Dio della pioggia, dei tuoni e del sole, abbia un occhio di riguardo con chi spera che quel giorno gli elettori escano di casa, o al contrario che vi restino chiusi dentro, o che magari vadano in gita al mare o in montagna. A dispetto di quanto sempre sostenuto in Italia, non è affatto scontato che l’astensionismo favorisca la destra e l’alta affluenza aiuti la sinistra, che indubbiamente sa muovere alla perfezione la sua gioiosa macchina da voto ideologizzata e compatta in ogni contesto politico e ambientale. Stavolta, però, la rimonta di Berlusconi sta avvenendo soprattutto con il recupero del proprio elettorato storico: tra i delusi, i demotivati, i rassegnati che avevano creduto in lui e che un po’ alla volta il Cavaliere sta scuotendo dal torpore per restiruirgli le giuste motovazioni. Indecisi e potenziali astenuti, tantissimi, in tutto intorno al 30%, che potrebbero decidere di ridare fiducia al centrodestra all’ultimo minuto, anche sotto alla pioggia, certo, ma anche no. Magari per pigrizia. Ecco perché stavolta il Pd potrebbe tifare per le urne bagnate. Meno elettori, meno voti al Pdl. Ma col rischio di sbagliarsi ancora. Perché a conferma di come il meteo sia una scienza quasi esatta ma la politica assolutamente no, il 9 e il 10 aprile del 2008, ovviamente, pioveva.