Scivolone di Saviano sul Papa, e Grillo s’improvvisa profeta…
Che ci sarebbero state dietrologie, cedimenti al complottismo, elucubrazioni su profezie e retroscena c’era da aspettarselo. Ma stupisce che nel novero delle amenità buttate lì ad effetto vi sia anche il commento su Facebook di uno scrittore noto come Roberto Saviano il quale, abbandonato per un po’ il terreno dell’antimafia per sconfinare in quello battuto dai vaticanisti, non rimedia una bella figura. Ecco il suo post: “Mi dispiacerebbe se queste dimissioni, rese pubbliche ora e non dopo la formazione di un governo, fossero strategiche per la campagna elettorale: mostrare la fragilità della Chiesa per chiedere compattezza al voto cattolico. Sarebbe terribile se fosse così”. In pratica papa Ratzinger si sarebbe scomodato a fare lo storico annuncio in latino per frenare l’avanzata delle sinistre e favorire il blocco moderato. Ma come si fa a partorire queste genialità? E dire che Pier Luigi Bersani aveva fiutato l’aria, conoscendo il gusto tutto italiano per il retroscenismo e aveva avvertito: “Non mischiamo la campagna elettorale con le dimissioni di Benedetto XVI”. E se Bersani aveva messo le mani avanti era perché già si cominciava a sussurrare che gli effetti dell’annuncio-choc avrebbero potuto essere deleteri per la sinistra anche se i sondaggisti affermano che è presto per valutare quale sarà, adesso, l’orientamento degli elettori cattolici. Ma un conto è questo, un altro è attribuire al pontefice la volontà di anticipare la notizia per le ricadute che essa potrebbe avere sulle urne. Saviano, tuttavia, viene superato in puerilismo da una battuta di Beppe Grillo: “Spero in un Papa nero che sia eletto via internet”. Evocare la trasgressione del conformismo più banale dinanzi alla grandezza di un gesto pieno di umiltà e sofferenza. Non se ne sentiva il bisogno.