Il partito delle “manette rosse” è finito gambe all’aria

25 Feb 2013 20:04 - di Gabriele Farro

Un vero e proprio tsunami.  Il Movimento 5 Stelle primo partito alla Camera, il Pdl – che all’inizio della campagna elettorale veniva dato per spacciato – brucia Il Pd in volata e conquista la maggioranza relativa dei seggi a Palazzo Madama. In molti sono stati travolti dall’onda lunga di Berlusconi e di Grillo. Gambe all’aria anche “manette rosse”. Rivoluzione Civile, il partito di Antonio Ingroia, che aveva messo assieme anche Di Pietro, De Magistris, le frange più ideologizzate della Cgil e alcune altre frange litigiose ed estremistiche, ha fatto flop. Gli italiani hanno messo bene in chiaro che delle toghe rosse, che in questi anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo, scendendo in politica, mandando avvisi di garanzia ad orologeria, aprendo inchieste e decretando intercettazioni contro i soliti noti del centrodestra ed evitando di interferire con la sinistra, ne hanno le tasche piene. Appena si sono diffusi i dati, sul web è stato tutto un rifiorire di battutacce e di sarcasmo contro Di Pietro, responsabile di offendere l’udito degli italiani con i suoi improbabili congiuntivi, e contro Ingroia che, avendo candidato dei “dinosauri”, si era scavato la fossa. E se alcuni “navigatori”  salutavano il pm di Mani pulite con un «ciao Antonio, adesso insegna agli angeli a parlare in itagliano», altri pubblicavano foto con l’intero parterre  che componeva la galassia del cosiddetto partito dei giudici: dinosauri al pascolo, falce e martello, leader vecchi e nuovi di una galazssia rissosa e inconcludente, piena zeppa di ambientalisti, No-Tav  e reducci di vecchie ideologie, scomparse quasi ovunque in Europa, ma che in Italia continuano ancora a fare la voce grossa, nonostante la storia abbia decreto la fine dell’ideologia comunista. Da qui lo scherno del popolo della rete: «Belli ciao, belli ciao, belli ciao ciao ciao…».

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