Brunetta vuole denunciare la Rai. Perché Sanremo non è più Sanremo

11 Feb 2013 21:21 - di Priscilla Del Ninno

Fazio e la Littizzetto continuano con il tormentone sul Cav, nel tentativo di conquistare gli ascolti con le polemiche e di attirare l’attenzione del pubblico. Ma ora dopo ora, minuto dopo minuto, il festival appare sempre più okkupato, una specie di centro sociale con i militanti in finta giacca e cravatta. Giorgia Meloni  ha commentato: «Se la sinistra fosse così sicura di vincere non avrebbe bisogno di occupare Sanremo». Una “occupazione” imposta a 16 milioni di abbonati al servizio pubblico che, dalla satira agli ospiti, investirà le diverse anime della kermesse, e a proposito della quale si è espresso anche il vicepresidente della commissione di Vigilanza del Pdl, Giorgio Lainati. «Se Fazio e la Littizzetto – ha detto – con i loro ospiti targati sinistra militante, trasformeranno il popolare Festival della canzone italiana in una sorta di triste festa dell’Unità in salsa bersaniana contro il nemico Berlusconi, ci troveremmo di fronte a una drammatica emergenza democratica a così pochi giorni dal voto». Quasi un appello, rivolto alla presidente della Rai Tarantola e al direttore generale Gubitosi, a cui si è aggiunta nelle ultime ore anche la denuncia dell’ex ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, che ha ricordato come «ha inizio il Festival e la Rai, ancora una volta e in modo arrogante, continua a non rispettare e a non far rispettare la legge in materia di trasparenza e di pubblicazione (che andrebbe fatta sul web e sui titoli di coda delle trasmissioni) dei compensi dei suoi dipendenti e collaboratori». Aggiungendo, peraltro, di aver segnalato la cosa  nei giorni scorsi «con una lettera inviata alla presidente della Rai Anna Maria Tarantola e al dg Luigi Gubitosi». Segnalazione rimasta lettera morta che, ad oggi, non ha ancora ottenuto risposta. Un silenzio che ha indignato non poco l’ex ministro che, «considerando il perdurare di questa incredibile situazione di illegalità», ha spiegato, ha deciso «di presentare contro i vertici della Rai un esposto denuncia alla Procura della Corte dei Conti». Eppure, tra obblighi di legge disattesi, polemiche e richiami all’ordine («Si alla satira, ma non al disprezzo politico», ha ricordato il presidente del Senato Schifani), alla vigilia del debutto la Littizzetto non si è lasciata sfuggire l’occasione di fare una battuta di cattivo gusto delle sue. «Potrebbe andare Berlusconi a fare il Papa… bisogna vedere come sta vestito di bianco», ha straparlato la comica piemontese, offendendo in un solo colpo il Pontefice e un leader politico. Ancora un’occasione persa per tacere.

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