Bersani-Berlusconi, stretta di mano prima dei cazzotti: «La 7? Indaghi l’Antitrust». «Dal Pd messaggi mafiosi»

19 Feb 2013 14:16 - di Redazione

Se vuole le presento Silvio Berlusconi. Giovanni Floris è spiritoso al momento del “cambio della guardia” tra Bersani e il leader del Pdl ospiti di Web condicio”, su “Corriere.it”Non un vero faccia a faccia, come sarebbe piaciuto al Cavaliere, ma visto che il leader del Pd continua a sottrarsi,  è sempre meglio che niente: il duello è a distanza breve, se non altro per questioni di contiguità, visto lo spazio di incontri digitali messo a disposizione dalla testata on line. Inizia Floris con Bersani: perché ha rincorso Berlusconi? «Non l’ho rincorso, io sono alternativo. Non sottovaluto il centrodestra, ma siamo in condizioni di vincere». Entra in campo il direttore del “Corriere”, Ferruccio De Bortoli chiedendogli se potrebbe trattare con Grillo. «A Grillo chiedo prima di tutto dove voglia portare tutta quella gente…», incalza Bersani, aggiungendo che quando il comico dice che «non ci sono più la destra e la sinistra, parla di qualcosa di sconosciuto dalle democrazie occidentali. Non vorremo mica uscire dalla democrazia…», dice il leader del centrosinistra. «Se in Parlamento ci saranno i grillini ci sarà da fare uno scouting per capire se intendono essere eterodiretti o partecipare senza vincoli di mandato. Non è campagna acquisti ma li testeremo sui fatti». Poi gli chiedono lumi sulla sua coalizione e sui problemi di intese post elettorali con Monti. Tra Vendola e Monti? «Io ho già scelto davanti a 3,2 milioni di elettori alle primarie… O si discute con questa coalizione o ognuno si prende le sue responsabilità». La foto di Vasto resiste, dice Bersani. E poi, velenoso, chiede a Floris e a De Bortoli, a proposito di foto: «Avete mai visto una foto di Monti, Fini e Casini insieme? No». E perché, secondo lei, gli ribattono: «Perché non so se la loro coalizione durerà… La nostra sì». Ma il faccia a faccia avviene all’indomani delle notizie di una possibile cessione de La7 da Telecom al gruppo Cairo, considerato vicino al Cavaliere. E a precisa domanda Bersani entra a gamba tesa: «Tendo a ragionare come se fossi già al governo e devo preoccuparmi che le decisioni siano prese in assenza di conflitti di interessi e senza costruire posizioni dominanti e poi che ci sia una traiettoria industriale. La esaminerei così aggiungendo che una rilettura dell’Antitrust è necessaria». Un giudizio durissimo e sgradevole, che fa il paio con altre dichiarazioni di ieri, a cui qualche minuto dopo il Cavaliere ha replicato parlando «di un avvertimento mafioso» sull’operazione di acquisto dell’emittente: «Dicendo “aspettate a vendere perché se sarò al governo La 7 varrà di più”. È il vecchio vizio della sinistra di essere minacciosa nei confronti degli avversari». Poi smentisce legami particolari con Cairo: «Non ho rapporto con Urbano Cairo che per alcuni anni è stato mio assistente poi è diventato un imprenditore in proprio ed è diverso tempo che non lo sento. In questo momento non ci sono affari in editoria perché con la crisi c’è stato il calo della pubblicità intorno al 20% non c’è azienda in Italia che produca utili». Silvio Berlusconi, nel corso del forum sul Corriere.it, è poi tornato a fare un appello agli elettori chiedendo di non votare Grillo «perché porta l’Italia nei guai, Monti-Fini-Casini non entreranno alla Camera oppure se entrano aiuteranno la sinistra mentre Giannino si è messo fuori da solo andando a fare un master a Chicago». «Sarebbe una iattura se questa sinistra che ancora affonda le sue radici nel Pci arrivasse al governo: ecco perché non mi risparmio, ma per fortuna sono giovane», ha aggiunto l’ex premier, che poi ha chiuso sul sui cavallo di battaglia, il fisco. «Una signora è già andata alla Posta chiedendo di poter ritirare l’Imu. Con un anticipo di tre mesi…».

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