Vita da squillo ai tempi della crisi: si paga… con cicoria e carciofi
Non hai soldi liquidi? Ok, va bene qualche chilo di cicoria e magari anche un bel po’ di carciofi e cavolfiori. Meglio questo che niente, anche le squillo devono fare sacrifici in tempo di crisi. Con l’economia che non tira, i posti di lavoro che diminuiscono e il reddito che si riduce ognuno si organizza alla meno peggio. Fioriscono i negozi dell’usato e in molti ambienti si apre la porta al baratto: lasci due e prendi tre, o viceversa. E accade che persino le prestazioni sessuali potessero essere pagate in natura. La fantasia non ha limiti, men che meno quella delle prostitute. I carabinieri che – come riferisce il quotidiano La Stampa – hanno fatto irruzione in una casa di appuntamenti di Bene Vagienna, una cittadina di 3.648 abitanti in provincia di Cuneo, non volevano credere ai propri occhi e alle proprie orecchie quando hanno scoperto che una trentenne romena e la cognata di 23 anni, che vivevano insieme a un quarantaduenne italiano, si prostituivano alla modica cifra di cento euro a prestazione ma, di fronte alla diminuzione del giro d’affari, avevano trovato il modo di tenere alto il fatturato consentendo ai clienti pagamenti in natura. Io ti do qualcosa a te, tu dai qualcosa a me, avevano pensato le allegre donnine. Un’eccezione di tanto in tanto? Per nulla. I Benemeriti dell’Arma sono rimasti basiti quando hanno scoperto che c’era perfino chi pagava con delle ceste di ortaggi e chi, invece, portava con se grosse taniche di carburante. Il baratto è il baratto, insomma. E se si vive in una zona a vocazione agricola la prostituta di turno non si può aspettare di ricevere in cambio di quanto mette sul mercato, collanine, telefonini o altre cose del genere. Gli scambi si fanno con con quello che passa il convento. Anche con il gasolio agricolo. Così, però, si corre anche il rischio di incorrere nei rigori del fisco. Questo tipo di carburante, infatti, viene offerto a prezzi scontati perché serve per far camminare i trattori. Se invece viene usato per mantenere alta la richiesta della merce più antica del mondo, allora le esenzioni fiscali non hanno ragion d’essere. Prostitute e clienti potrebbero, quindi, essere indagati per frode fiscale.