Grillo fa uno show al Viminale e “apre” a CasaPound: «Potete venire con noi». Ecco il video
Solo qualche giorno fa Grillo aveva annunciato che dopo le elezioni sarebbe tornato a fare il suo lavoro: il comico nei teatri. Invece le dichiarazioni rilasciate nella notte e nelle prime ore del mattino hanno già tanto della performance tipica di una tappa di un suo show, aggiornata ai veleni propagandistici che il ruolo di leader dell’M5S impone, con tanto di battute al vetriolo e visioni catastrofistiche: «È un sistema che sta collassando, è tutto marcio», ha detto dal suo avamposto nella piazza davanti al Viminale dove si è accampato. Poi ha aggiunto:«Se va avanti così ci sarà una rivoluzione violenta. Quando guardo i politici di oggi, mi chiedo: ma presidente di cosa, ministro di cosa? Hanno l’1,5% e credono di rappresentare qualcuno». Appena giorno, dopo una notte in tenda trascorsa coi grillini per accedere tra i primi, simboli alla mano da consegnare, agli uffici dove era possibile depositare i contrassegni delle liste, le dichiarazioni di collegamento in coalizione e del programma elettorale, con l’indicazione del candidato premier, Beppe Grillo prosegue nella sua performance, e ripescando un copione che ormai recita a braccio, torna ad inveire e a sentenziare a tutto campo, annunciando l’intenzione di non allearsi con nessuno, e confermando che non sarà il candidato premier. Tanto che lui stesso è costretto ad ammettere: «Ce n’è per tutti, a casa non mi sopportano più». E tra un ammiccamento al leader degli Arancioni (sulle ipotesi di accordi con “Rivoluzione Civile” guidata dall’ex pm dichiara: «È giusto che Ingroia abbia fondato un nuovo partito ma dietro a lui c’è gente che ha già fatto politica»), e un fendente mirato al segretario Pd («Bersani? Gargamella pensa che io sia un fascista. È una brava persona ma è un colluso: ha fatto anche il ministro. Chi pensate che abbia trattato l’acqua con Veolia, la Tav, il cemento?”). Poi arriva l’apertura a CasaPound. Gli chiedono: «Volevamo sapere se sei antifascista». E lui: «Questo è un problema che non mi compete, il mio movimento è ecumenico. Voi avete idee condivisibili, alcune più, alcune meno. Questa è la democrazia. Ma se un ragazzo di Casa Pound vuole entrare a far parte del Movimento, non vedo problemi oggettivi». Ecco il video postato su youtube fornitoci da Casa Pound.
Poi, la performance prosegue nel segno dell’autopromozione con un significativo assaggio dello “Tsunami tour” che il comico genovese porterà durante la campagna elettorale in giro per cento città italiane, dal 14 gennaio al 22 febbraio. Il clima di autocelebrazione viene rovinato però dal giallo sul deposito di un simbolo identico a quello del M5S, che potrebbe impedirgli di partecipare alle elezioni.