Giornalisti in lista. Buttafuoco: non è che a sinistra sono impegnati e a destra sono camerieri…

14 Gen 2013 12:38 - di Renato Berio

Ma i giornalisti devono (fingere di) restare super partes o impegnarsi in prima persona nell’agone politico? Questa campagna elettorale vede schierata una nutrita pattuglia di professionisti dell’informazione: Massimo Mucchetti, Maria Rosaria Capacchione, Roberto Natale e Corradino Mineo con il Pd; Oscar Giannino con la sua lista Fermare il declino, Mario Sechi, ex direttore del Tempo, nella lista civica per Monti, e da ultimo Sandro Ruotolo, collaboratore di Michele Santoro, che si schiera con Rivoluzione civile di Ingroia. E poi, una volta eletti, che faranno? Si occuperanno di informazione, conflitto d’interessi, legge sulla diffamazione? No. A sentirli nei talk hanno tutt’altra prospettiva, sono intenzionati a lavorare a tutto campo. Mineo dice di voler cambiare la legge elettorale come prima cosa. Sechi e Giannino virano decisamente sulle questioni economiche. Tutti però affermano di lasciare con grande rimpianto la professione. Enrico Mentana li prende un giro con un tweet (“Mucchetti, Giannino, Sechi, Mineo, ora anche Ruotolo. Direbbe Carosone: sient’e a me chi t’o fa ffà?” ma prende anche le distanze ripetendo nei suoi pistolotti di apertura al tg la7 che i giornalisti a suo avviso devono stare al di fuori degli schieramenti. Una pia illusione. Non c’è bisogno infatti di candidarsi per essere schierati nel fare informazione. Ad ogni modo tra rimpianti per la vita di redazione e speranze per la futura vita in Parlamento la squadra dei giornalisti-candidati è protagonista a pieno titolo di questa sfida elettorale. Pietrangelo Buttafuoco scherza in tv (nella trasmissione In Onda) con Sechi: “Mario ma sta minchiata della politica, tutte queste riunioni, ma come ti va…”. E l’altro replica: “Neanche da direttore di un giornale un professionista è davvero libero, per sentirti davvero libero da pressioni, il giornale dev’essere tuo”. E Buttafuoco alla fine del dibattito tira le somme: “Però finiamola di dire che se un giornalista si candida a sinistra questo è il frutto di un impegno serio e consolidato, invece se si candida a destra è un servo, un cameriere…”. Lo ascolteranno?

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