Monti & C. farebbero bene ad accendere la tv: torna Gian Burrasca
È stato un successo clamoroso, uno dei capolavori tv, scritto e interpretato con eleganza, bandiera del desiderio di libertà. Dal 15 dicembre in prima serata su Rai5 – nella fase finale del governo tecnico – torna “Il giornalino di Gian Burrasca”, lo sceneggiato diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Rita Pavone, Bice Valori e Arnoldo Foà. Lo spunto è succulento perché un programma simbolo della voglia di ribellione viene trasmesso proprio nell’era montiana, dove il dissenso sembra essere un peccato gravissimo. E già sono partite le ironie del web. Il collegio Pierpaoli, dove veniva ambientata la vicenda, vero spauracchio, diventa su facebook l’Italia dei tecnici e dei banchieri. Monti viene paragonato al signor Stoppani, il padre di Gian Burrasca, inclemente e scorbutico. La Fornero diventa la signora Olga, amica di famiglia, uno dei principali bersagli degli scherzi proprio per i suoi atteggiamenti (le lacrime e le gaffe sono preziose per l’ironia via web). La ministra Cancellieri è la signora Geltrude, direttrice del collegio, che non si mostra per nulla indulgente e calma coi ragazzi (il riferimento alle proteste studentesche è fin troppo chiaro). Il finale è tratto direttamente dal testo della canzone trainante dello sceneggiato, “La pappa col pomodoro”: «La storia del passato ormai ce l’ha insegnato che un popolo affamato fa la rivoluzion». La battuta ci sta tutta, perché ormai Monti nelle vignette che circolano su internet viene disegnato come un affamatore, capace di succhiare il sangue come Dracula. Poi arriva l’altra parte della canzone: «La pancia che borbotta è causa del complotto, è causa della lotta…». A Palazzo Chigi farebbero bene a sintonizzarsi su Rai5 e seguire lo sceneggiato. Magari potrebbero cominciare a imparare qualcosa… da Gian Burrasca.