L’Italia dei pochi ricchi e dei tantissimi poveri
2012 annus horribilis per gli italiani: la crisi è diventata insostenibile ed è aumentata la forbice tra chi ha un reddito alto e chi invece non arriva neppure a metà mese. Nei primi sei mesi dell’anno la ricchezza è ulteriormente diminuita dello 0,5 per cento. Dati sconfortanti che sono stati diffusi ieri da Bankitalia nel rapporto sulla “Ricchezza delle famiglie italiane nel 2011”.
Ricchezza in caduta libera
Questo calo è l’effetto di una diminuzione delle attività reali (0,7 per cento) e finanziarie (0,4 per cento) non compensata dalla flessione delle passività (1,0 per cento). Se si tiene conto dell’andamento dei prezzi, in questo semestre si acuisce la tendenza flettente della ricchezza netta in termini reali. Bankitalia osserva anche che la distribuzione della ricchezza in Italia caratterizzata «da un elevato grado di concentrazione». Nel dossier sulla ricchezza delle famiglie italiane, si legge che il 10 per cento dei più ricci del Paese detiene quasi la metà dei patrimoni: il 45,9 per cento. Mentre la metà più povera delle famiglie detiene il 9,4 per cento della ricchezza totale. L’indice di Gini, che misura il grado di disuguaglianza, risulta in aumento.
Profondo rosso
Ma c’è di più il 2,8 per cento delle famiglie italiane è totalmente in “rosso” ovvero ha una «ricchezza netta negativa». In questi casi le difficoltà finanziarie non sono compensate neanche dal possesso dell’abitazione. Leggendo il rapporto si legge che alla fine del 2011 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco più di 140mila euro pro-capite e 350mila euro in media per famiglia. Bankitalia aggiunge che «le attività reali» rappresentavano il 62,8 per cento del totale delle attività, le attività finanziarie il 37,2 per cento.
Le preoccupazioni
I dati resi noti da Bankitalia sono «sconcertanti». È il commento del Codacons rispetto alla notizia secondo la quale al 10 per cento delle famiglie va il 45,9 ricchezza. «Non, ovviamente, perché ci sia qualcosa di male ad essere ricchi, ma perché l’indice Gini – rileva l’associazione dei consumatori – è aumentato proprio in questo momento di crisi, quando i maggiori sacrifici necessari per risanare i conti pubblici andrebbero chiesti a chi se lo può permettere e non certo a quelle famiglie povere che detengono appena il 9,4% della ricchezza totale».
Per questo il Codacons chiede al governo di «introdurre un contributo straordinario di solidarietà per questo 10 per cento di famiglie italiane ricche e propone di introdurre, una tantum, un’aliquota marginale Irpef superiore al 43 per cento per chi, ad esempio, dichiara più di 90mila euro. Un gettito aggiuntivo da destinare integralmente ad aiutare chi è in difficoltà. Una tassa, quella sui ricchi, già proposta da Obama e Hollande».
L’inflazione frena al 2,5%
E a confermare la situazione di grande difficoltà degli italiani sono anche i dati dell’inflazione, diffusi ieri dall’Istat, che a novembre frena al 2,5 per cento. «Un’inflazione al 2,5 per cento – ha detto il Codacons – non è certo una notizia da festeggiare, dato che significa che una famiglia di tre persone paga su base annua una tassa invisibile pari a 874 euro in termini di aumento del costo della vita». Mentre per la Coldiretti l’inflazione frena perché «il carrello della spesa si svuota per il calo degli acquisti che rischia di contagiare anche il Natale». A novembre, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 2,4 per cento in media, al di sotto del tasso di inflazione, ma diminuiscono i prezzi del pesce fresco di mare di pescata e di allevamento pari al -0,2 per cento, dei crostacei in trend negativo al 3,7 per cento mentre sono aumentati i prezzi delle uova del 6,4 per cento, della frutta fresca 5,5 per cento, del cioccolato +4 per cento, del pollame e della carne suina 2,4 per cento, delle carni bovine 2,5 per cento e delle farine e cereali 1,6.
Lo slalom per la spesa
L’andamento dell’inflazione riflette, per la Coldiretti, una situazione di crisi in cui per risparmiare, il 56 per cento degli italiani fa lo slalom tra le corsie alla ricerca delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti.