Grillo, flop delle primarie “bulgare”
Si chiudono le primarie, si aprono le parlamentarie: naturalmente on line, in puro stile grillino. Le urne virtuali sono aperte da ieri, e fino al 6 dicembre, ma solo per chi risulta iscritto al 30 settembre al sito del Movimento 5 Stelle. Le regole sono poche e sulla carta sembrano anche abbastanza chiare: i voti vanno espressi con un click, senza che sia richiesto alcun contributo economico agli elettori. I votanti possono attribuire tre preferenze ai candidati della loro circoscrizione ma, considerando che, in media, ognuno dei grillini scesi in campo ha girato un video promozionale della durata di almeno tre minuti – nel segno della più smaccata democrazia diretta rivolta agli internauti, i video postati per chiedere il voto degli attivisti variano dai girati professionali, con colonne sonore ed immagini attentamente studiate, a filmati autoprodotti con webcam fisse – moltiplicando la durata per 1400 aspiranti parlamentari, si ottiene che per visionare tutte le videocandidature per le prossime elezioni politiche del 2013 occorrerebbero almeno 70 ore di tempo: come a dire che ciò che scandirà la riuscita o l’insuccesso delle parlamentarie grilline sarà anche la dedizione informatica e la pazienza internetica dei follower votanti.
A dettare norme digitali, regole movimentiste e precetti morali, neanche a dirlo, Beppe Grillo dal suo blog, dove, tra un ammonimento e un’invettiva, si legge: «Il voto è individuale e bisogna evitare che sia pilotato da fantomatiche assemblee o comitati, entrambi esclusi categoricamente dal Non Statuto. Dobbiamo evitare – proseguono le istruzioni per l’uso delle votazioni online – la replica delle congreghe partitiche su base locale create per favorire uno o più candidati a scapito di tutti gli altri. Chi cercherà di pilotare il voto – conclude il bugiardino elettorale – sarà diffidato e escluso dalle votazioni, sia che si tratti di candidato che di votante».
E nell’era di Internet, moderno strumento di democrazia diretta e tecnologico deus ex machina a cui richiedere vaticinii elettorali e dedicare propiziatori riti propagandistici, il web traduce il vecchio comizio di strada in forum aperti sulla piazza elettronica, attorno alla quale si radunano elettori e candidati in una community rigidamente controllata dal capopopolo digitale che organizza e disciplina – tra consigli irriverenti e autoritari diktat – da dietro le quinte di blog e social network.
Una democrazia sulla carta aperta, e invece nei fatti riservata solo agli utenti registrati, tanto che a urne appena aperte, tra disguidi e contrattempi, c’è stato chi si è polemicamente lamentato delle votazioni riservate solo agli iscritti: «Parlano tanto di democrazia dal basso – si leggeva in un post – e sulla partecipazione dei cittadini e poi fanno parlamentarie online e a porte chiuse». Però, tanto per avvalorare l’illusione di democrazia diretta di matrice digitale, già dopo poche ore dall’inizio delle parlamentarie che si chiuderanno giovedì, l’establishment movimentista faceva sapere che su Youtube è possibile vedere i volti e ascoltare le voci di quelli che potrebbero essere i futuri deputati e senatori a 5 stelle.
Una facciata accattivante che però non riesce ad occultare ad arte retroscena ben più caotici e confusionari, se è vero come è vero che le parlamentarie indette per iniziare la corsa dei grillini alle politiche, hanno scatenato polemiche procedurali e accese diatribe nel merito già ai blocchi di partenza. E a dimostrazione che “tutto il mondo è paese”, dalla politica tradizionale celebrata con le primarie del centrosinistra, a quella movimentista inaugurata dal battesimo delle parlamentarie grilline, nel centro del mirino finiscono ancora una volta le norme chiamate a regolamentare candidature e espressioni di voto: la rivolta – nel caso del M5S – va in onda naturalmente sul portale di Grillo, finestra sul Movimento, con centinaia e centinaia di post che si susseguono per lamentare regole troppo stringenti e difficoltà ad arruolarsi. «Caro Grillo è frustrante! E non è neanche bello vedere che i votanti abilitati sono poco di più dei candidati», lamenta un grillino tra i tanti che nelle ultime ore hanno espresso il loro dissenso sul web. Per non parlare delle innumerevoli lamentele che molti utenti hanno affidato a diversi forum, indirizzate a segnalare un sistema sin dall’inizio, nel primo giorno di votazioni online, andato in tilt più e più volte, con il sito paralizzato probabilmente dai troppi accessi e che funziona a rilento.
Ma gli interventi più caldi riguardano le regole del voto. «Bella decisione del cavolo – scrive un’internauta – permettere il voto solo agli iscritti all’M5S entro il 30/09/2012. Capisco che è una decisione presa al fine di evitare brogli, ma una soluzione si poteva sicuramente trovare. Trovo che sia una grande discriminazione verso chi si sta avvicinando al movimento solo ora e anche verso chi si è iscritto ma non ha inviato i documenti. Anche perché, parliamoci chiaro, viste le ultime vicissitudini di alcuni militanti dell’M5S i brogli sono più probabili dall’interno che dall’esterno». Una delle tante dimostrazioni che il sintomo delle epurazioni di Favia e della Salsi – che tanta disaffezione hanno generato in seno al movimento – può conclamare il germe di un virus antidemocratico che rischia di endemizzare scelte e modalità di applicazione anche di questa tornata elettorale digitale.