A Livorno ultrasinistra impunita

4 Dic 2012 0:01 - di

«Il comportamento degli agenti impegnati nel servizio d’ordine ha impedito che gli incidenti degenerassero con conseguenze ben più gravi». Così il prefetto di Livorno Tiziana Costantino interviene in merito a quanto accaduto domenica nella città toscana dove, al termine di un corteo di 600 manifestanti dell’ultrasinistra tra antagonisti e anarchici, c’è stato un assedio alla prefettura, con lancio di pietre, bombe carta, transenne e palloncini pieni di vernice bianca, contro polizia e carabinieri. Tutto questo senza che da parte del mondo politico si siano levate voci contro gli organizzatori e i partecipanti. Il prefetto ha espresso «piena solidarietà e totale sostegno agli appartenenti alle forze dell’ordine. Il diritto a manifestare legittimamente il dissenso, costituzionalmente garantito – ha detto ancora il prefetto – deve essere assicurato nel pieno rispetto delle regole, a cui occorre attenersi all’interno di uno Stato di diritto. In ogni caso le sedi delle Istituzioni non possono e non devono in alcun modo essere oggetto di attacchi violenti». «Le forze dell’ordine si sono trovate al cospetto di centinaia di persone. C’è poi stato un atteggiamento prudente e controllato della polizia attenta a non cercare il contatto». Così il procuratore capo di Livorno, Francesco De Leo, dopo l’incontro con il questore Marcello Cardona, ha parlato dell’assedio alla prefettura. «Stamani (ieri, ndr) ho avuto un colloquio con il questore – ha aggiunto – Dopo questa informativa verbale rimango in attesa degli atti e di comunicazioni su notizie di reato».
Dura la reazione del sindacato delle forze dell’ordine: «Siamo stati vittime di un attacco vigliacco, squadrista e gratuito. Gente che si definiva pacifica è venuta armata di bastoni, picconi e taniche di vernice che ci ha tirato addosso». Le tensioni con le forze dell’ordine erano cominciate venerdì quando era stato impedito ad una trentina di estremisti di sinistra di fare irruzione nel terminal del porto di Livorno per contestare il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Sabato un presidio-corteo non autorizzato, convocato da parte di antagonisti dell’ultrasinistra proprio per i fatti accaduti venerdì e a cui avevano aderito gli anarchici, era finito con lo scontro tra manifestanti da una parte, polizia e carabinieri dall’altra, con due anarchici finiti in ospedale. Domenica pomeriggio la protesta è sfociata nell’assedio alla prefettura da parte di 600 manifestanti tra antagonisti e anarchici che avevano sfilato in città dietro lo striscione “Livorno non si piega”.
Il bilancio degli incidenti di domenica pomeriggio è di cinque poliziotti feriti. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, intorno alle 18, davanti al palazzo della prefettura gli ultras hanno lanciato pietre, mattoni, bombe carta, palloncini pieni di vernice bianca, anche un transenna, contro polizia e carabinieri, poi riparatisi dentro la prefettura. Alcuni agenti sono stati medicati per qualche contusione dai medici delle ambulanze intervenute, in sette sono stati accompagnati al pronto soccorso per essere refertati. Secondo gli organizzatori della protesta, anche due manifestanti sarebbero rimasti feriti. «Dopo due giorni di violenza poliziesca caratterizzata da cariche e manganellate finalmente nella giornata di domenica a Livorno è stato riaffermata la libertà di espressione e manifestazione. Il presidio raccoltosi in piazza Cavour ha dato vita ad un corteo partecipatissimo dalla cittadinanza, che si è andato ingrossando man mano che sfilava per le vie del centro. Un migliaio di persone ha sfilato per le strade di Livorno». Lo scrivono in una nota la Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario nel giustificare l’assalto alla prefettura con il lancio di pietre contro la polizia a difesa del palazzo del governo. Il corteo ha sfilato, scrivono gli anarchici, «solidarizzando senza preclusioni con chi era stato oggetto di repressione, riprendendosi la libertà di manifestazione e l’agibilità politica. Polizia e carabinieri con l’atteggiamento repressivo e provocatorio adottato nelle giornate di venerdì e sabato hanno dato prova di saper solo alimentare disordine e tensione sociale».

 

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