Undici in pista, ma si attendono le firme…
Primarie Pdl: lo schieramento dei candidati intenzionati a correre per la premiership è quello annunciato ieri quando, entro mezzogiorno – limite stabilito per la presentazione della dichiarazione di disponibilità alla candidatura – è stata resa nota la lista dei competitor – ora alla prova più che ardua della raccolta firme – aggiornata alla discesa in campo di Giorgia Meloni, e all’annuncio della partecipazione all’agone politico affidato a Twitter da parte di Giancarlo Galan. Per quanto riguarda però quelle che saranno le candidature ufficiali alle primarie, la deadline è fissata invece per le dodici di domenica 25 novembre, termine ultimo entro il quale i candidati che ieri si sono sono resi disponibili, dovranno superare la selezione naturale delle diecimila firme necessarie a sostenere la propria partecipazione al confronto elettorale. E a dirimere ogni dubbio è intervenuto direttamente il segretario Alfano, che al riguardo, e a scanso di equivoci, ieri ha specificato: «Le candidature giuste saranno quelle che sapranno raccogliere le firme. La procedura va avanti. Si profila una bella gara, giocata sulle idee, e non una fiera delle vanità. C’è da rivedere il modello organizzativo…Noi avevamo immaginato di impegnare 5 o 6 domeniche per le nostre primarie, ma credo che due o tre cadranno. Il modello americano è impraticabile, vedremo nei prossimi giorni». La disponibilità alla candidatura è stata firmata da 11 candidati: oltre al segretario Angelino Alfano, hanno sciolto la riserva anche Giorgia Meloni, Giancarlo Galan, Gianpiero Samorì, Daniela Santanchè, Guido Crosetto, Alessandro Cattaneo, Vittorio Sgarbi, Alessandra Mussolini, Michaela Biancofiore e Alfonso Luigi Marra. Una corsa affollata, a cui ha scelto di non partecipare – dopo aver dichiarato a più riprese di aver pensato a scendere in campo – Stefano Caldoro, che ha preferito fare il presidente della Regione Campania. Intanto, con i candidati non ancora ai blocchi di partenza, indagini di settore e statistiche perlustrative impazzano, stilando sentenze di gradimento a dir poco anacronistiche: secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto Swg in esclusiva per Agorà, e diffuso ieri, per esempio, nella corsa alle primarie Pdl Alessandra Mussolini e Giampiero Samorì inseguirebbero a pari merito Angelino Alfano, sempre al primo posto con il 32%, ma con un calo di 6 punti rispetto ad una settimana fa. Ma la competizione non è neppure agli inizi, e il confronto si giocherà sul consenso alle idee portate in campo e sulla capacità dei singoli candidati di declinarsi con il bisogno di rinnovamento interno al partito, rinnovamento da coniugare con i valori nei quali il centrodestra italiano si riconosce da sempre. In questo senso è evidente che le prove offerte da Alfano prima come ministro ed ora nel ruolo di segretario del Pdl rappresentano una garanzia di successo. Successo comunque da conquistare sul terreno elettorale, che continua ad essere seminato da richieste di partecipazione all’agone politico. Tanto che la prova si inasprisce e, come ha precisato ieri il parlamentare del Pdl Mario Landolfi, «Angelino Alfano deve toccare almeno il 50% per cento dei voti alle primarie se non vuole rischiare di restarne addirittura delegittimato».
Così, traguardo a parte, nella corsa alla conquista delle primarie, spicca la disponibilità alla candidatura annunciata ieri da Giorgia Meloni, che ha sciolto la riserva e formalizzato la propria intenzione di scendere in campo, presentando la dichiarazione di disponibilità prevista dal regolamento, perché – ha detto – «credo che valga la pena offrire il proprio contributo per cercare di riportare il Popolo della Libertà e il centrodestra italiano il più vicino possibile a quel 38% per il quale è nato». Poi l’ex ministro, dopo aver ribadito il suo «no a un ritorno dell’esperienza Monti, che è stata fallimentare, e che in ogni caso non può essere reiterata», spiegando di voler difendere il bipolarismo e di voler rinnovare il centrodestra, ha aggiunto: «Mi piacerebbe che si potesse rappresentare un po’ i delusi, cioè quell’oltre 20% di italiani che oggi non si sentono più rappresentati da noi». Una sorpresa, quella della candidatura dell’ex ministro della Gioventù, accolta con rispetto e guardata con attenzione all’interno del Pdl, anche da parte di chi – (come già alla convention di sabato 17 a Milano, “Sempre con gli italiani. Mai con la sinistra”, organizzata da Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, o in occasione dell’assemblea di Firenze voluta dal senatore Altero Matteoli )– dall’area ex An ha rinnovato il sostegno alla candidatura Alfano. «Ribadendo la scelta per Angelino Alfano, che insieme con tanti amici abbiamo deliberato sabato all’unanimità nell’assemblea di Firenze – ha dichiarato ieri Altero Matteoli – ho grande rispetto per la candidatura alle primarie del Pdl di Giorgia Meloni. Le primarie servono non solo a scegliere il candidato alla presidenza del Consiglio, ma a costruire una nuova proposta politica e a mobilitare tutte le energie del Pdl». Un confronto interno aperto, quello innescato dalle primarie del Pdl, che vede al banco di prova della raccolta di firme, prima ancora che ai blocchi di partenza della competizione elettorale, outsider come l’ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan; il deputato piemontese, ex sottosegretario alla Difesa del governo Berlusconi, Guido Crosetto; l’avvocato ed ex parlamentare europeo, Alfonso Luigi Marra, e l’imprenditore emiliano Gianpiero Samorì, candidato alle primarie col suo “Moderati Italiani in Rivoluzione”, rinnegato da Vittorio Sgarbi, altro contendente nella corsa alla premiership del centrodestra. Il critico d’arte, infatti, fondatore del Partito della Rivoluzione (costituito lo scorso luglio a Roma), ha formalizzato ieri la sua intenzione a partecipare alla competizione elettorale, come da lui stesso dichiarato, «per riaccendere l’attenzione degli elettori delusi nell’area variegata e liberale del centrodestra» e, ha poi puntato il dito contro il “rivale” Samorì, «visto che mi sono trovato davanti, mio malgrado, al delirio di onnipotenza che sembra aver colto Samorì». Tra le file femminili, invece, le conferme della disponibilità a candidarsi sono arrivate da Alessandra Mussolini, che ha annunciato la sua intenzione a partecipare dal pulpito mediatico del talk show di Raitre, Agorà; Daniela Santanchè e Michaela Biancofiore, deputata del Pdl e coordinatrice del partito in Alto Adige. C’è infine Alessandro Cattaneo, il sindaco formattatore di Pavia, che usa toni di sfida contro Alfano: «Mentre il candidato Alfano sabato era a Milano a prendersi gli applausi dell’apparato, noi eravamo presenti con i gazebo in tutte le piazze d’Italia per raccogliere le firme».
Per tutti, ora, il primo, vero, banco di prova sarà proprio quello della raccolta di firme, su cui vige un rigido regolamento che vuole che non ne provengano più di duemila da ogni regione. Superata questa difficoltà, resta la sfida della ricerca di una sintesi vincente, al di là della competizione elettorale, tra i vari candidati, per capire se ci sono convergenze sui contenuti, gli obiettivi e i programmi legati al dialogo comune intestato al progetto di rinnovamento e rilancio del centrodestra: tutto questo, però, a partire da domenica prossima.