Alfano: noi più forti dei sondaggi. Bisogna crederci
Prosegue il cammino del Pdl verso le “storiche” primarie (le prime del centrodestra in Italia) per la scelta del candidato premier che inizierà il 15 dicembre a andrà avanti sino al 3 febbraio. Le regole sono state praticamente stabilite, i candidati si stanno affrettando a raccogliere le diecimila firme che servono per presentarsi, mentre fioriscono i sondaggi su quanti andranno o non andranno a votare. Comunque, dei sondaggi che prevedono un’affluenza non superiore alle 250mila persone alle primarie del centrodestra, Angelino Alfano non ha parlato con il presidente Silvio Berlusconi. Arrivando a Milano al “Financial Times Italy Summit” il segretario ha però detto che «dobbiamo essere più forti dei sondaggi» e ha ribadito che le primarie si faranno e si faranno in modo «sequenziale e all’americana».
«Voteranno le regioni – ha aggiunto – nel corso di due mesi, dalla metà di dicembre a tutto gennaio. Speriamo che da lì possa riprendere il cammino del centrodestra italiano». Il Pdl, si sa, con o senza Berlusconi, non ha mai goduto di una stampa né di una tv eccessivamente favorevoli, tanto che il segretario Alfano è stato oggetto domenica di un’incalzante intervista nella rubrica “In mezz’ora” di Lucia Annunziata, che gli ha fatto vedere l’articolo del Giornale di domenica secondo il quale da alcuni studi emergerebbe che le primarie rischiano di essere poco apprezzate dagli elettori del centrodestra. Secondo Datamonitor, appunto, meno di 250mila persone andrebbero a votare, ossia il 5,4 del 15 per cento che ha dichiarato di voler votare il Pdl alle prossime elezioni politiche. Però sempre la stessa Datamonitor ha analizzato anche i dati del 2008, chiedendo a coloro che votarono il Pdl la loro disponibilità a recarsi a scegliere il nuovo leader. Qui, nel bacino potenziale, le cose cambiano: andrebbero a votare, secondo Datamonitor, circa due milioni e mezzo di persone. Pochi 250mila, troppi due milioni e mezzo? Alfano non ha dato i numeri ma l’ex ministro Franco Frattini sì, sostenendo di aspettarsi circa 700mila elettori, poiché il Pdl ha un milione di iscritti.
All’Annunziata, comunque, Alfano ha replicato che non saranno un flop ma al contrario una grande prova democratica, approfittando per presentare nel salotto di RaiTre le primarie e il programma della sua stessa candidatura. Che in breve è questo: se necessario, simbolo e nome nuovi per il partito; nessun dialogo con Fini («la cui storia con il centrodestra è chiusa»); no all’ipotesi di un Monti bis dopo il voto.
È chiaro che sullo sfondo di questo enorme sforzo organizzativo c’è sempre l’incognita di una improvvisa decisione di Slvio Berlusconi di tornare in campo. Ma anche su questo Alfano è chiaro: spiega di non temere che Berlusconi stia lavorando a una sua lista: «Ha detto che non lo fa. Sto alle sue parole. Non ho motivo di non credergli». All’ex premier assegna il ruolo di «fondatore». Incalzato dalle domande di Lucia Annunziata, il segretario del Pdl ha dovuto ricordare alla giornalista che senza le primarie «non ci sarebbe stato neanche Obama perché l’apparato di partito avrebbe scelto la Clinton», aggiungendo che in fondo «non è giusto essere designati ma occorre essere eletti». È per questo che – ha sottolineato – «ho scelto di mettermi in discussione anche se poteva sembrare più comodo essere indicato come il successore» di Berlusconi. Nessuna paura di lottare. «Non temo nessuno – ha detto – Ora celebriamo questo grande sforzo democratico, epocale, storico».
E Alfano ha tutti i motivi per essere soddisfatto e sereno: ha già incassato la fiducia degli esponenti principali del partito, come Gasparri, Matteoli, Alemanno, La Russa e molti altri. Proprio ieri, il capogruppo del Pdl al Senato a “La telefonata di Belpietro”, su Canale 5, ha detto chiaramente di sostenere Alfano, «che è stato proposto da Berlusconi come segretario, e mi auguro e voglio fermamente che non ci si contrapponga. Alfano e Berlusconi fanno parte stesso progetto che dobbiamo tutti sostenere e che Berlusconi ha condivisi, anzi indicato lui per primo: rinnovare il centrodestra senza recidere presenze importanti». Quanto alla partecipazione, per Gasparri «sarà superiore a quella prevista, ma bisogna creare partecipazione, non lavorare contro e creare incertezze e indecisione. Questo può stroncare il centrodestra».
E sempre ieri l’ex ministro della pubblica Istruzione Mariastella Gelmini ha fornito a Tgcom24 un po’ le coordinate di questa navigazione verso le primarie: «Saranno primarie all’americana ovvero sequenziali in diverse giornate in tutte le Regioni d’Italia con momenti di confronto tra i candidati e la possibilità di votare il candidato migliore, questo a valle di una non disponibilità del Presidente Berlusconi a candidarsi». E ha proseguito: «Saranno i cittadini ad esprimere la preferenza per simbolo e nome. Occorre un forte rinnovamento nel simbolo ma soprattutto nei contenuti e speriamo che le primarie servano per definire l’identità del centrodestra ma anche la proposta per le prossime elezioni politiche soprattutto in materia economica che è il tema più caro ai cittadini in questo momento. Il Pdl su questo dovrà presentarsi con una proposta precisa. Berlusconi non ha nascosto l’insoddisfazione per le ultime performance del Pdl. La sua è l’insoddisfazione di molti elettori che non hanno trovato le motivazioni per votarci. Non possiamo ignorare questo stato di cose e il Pdl che verrà dovrà essere aperto alla società civile e dovrà essere occasione di grande cambiamento e di grande rilancio», ha concluso.
Alfano deve anche vedersela con il “fuoco amico”, ossia da coloro che nel Pdl invocano il ritorno di Berlusconi in campo, guidati da Daniela Santanchè alla quale ieri si è aggiunta la voce della deputata ligure Manuela Repetti, che argomenta la sua richiesta rilevando che «dal momento del passaggio del governo Berlusconi al governo Monti a oggi, la disoccupazione è aumentata del 2,3%, l’inflazione dell’1,1% e i consumi sono diminuiti del 3,3%. Sono dati che dipingono un’Italia
economicamente al collasso».
In ogni caso, potrenno variare le percentuali, ma sul fatto che l’ex ministro della Giustizia attraverso le primarie consolidi la sua laedership non ci sono dubbi. Proprio ieri un sondaggio Swg realizzato in esclusiva per “Agorà”, su Rai Tre, ci fa sapere che con il 38 percento del consenso degli elettori del centrodestra e il 59 percento di quelli del Pdl è Alfano il candidato favorito alle primarie. Al secondo posto, secondo Swg, ci sarebbe Alessandra Mussolini, candidata dal 15 percento degli elettori del centrodestra e dall’8 percento di quelli del Pdl. Segue l’ex ministro del governo Berlusconi, e unico candidato della lista a non fare parte del Pdl, Giulio Tremonti, rispettivamente con l’11 e il 7 percento. L’ex ministro della GIoventù Giorgia Meloni è quarta, seguita dalla Santanchè, Crosetto e galan. Chiude la classifica Maria Stella Gelmini, che raccoglie l’1 percento del consenso. Il sondaggio è stato realizzato da Swg Srl-Trieste per «osservatorio Swg» nei giorni 5-7 novembre tramite sondaggio telefonico e online su un campione casuale probabilistico stratificato e di tipo panel ruotato di 1100 soggetti maggiorenni (su 5300 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni. Margine d’errore massimo: +/- 2,96%.