Rottamazione, il Pdl inizia da Daniela
Respinta, con perdite, quasi all’unanimità. Daniela Santanchè indossa gli abiti di rottamatrice e torna, su Il Foglio, all’attacco della classe dirigente pidiellina. Ma più che rottamare, ottiene il risultato di ricompattare il partito e riportarlo su una linea decisamente più ragionevole delle sue crociate demagogiche alla Grillo e Renzi. «L’apparato è un cancro», è l’esordio della Santanchè: «Il Pdl va azzerato, chi ha un incarico adesso si deve dimettere a cominciare dal segretario Alfano fino all’ultimo dei coordinatori provinciali. Chi ha più di tre legislature alle spalle non va più candidato in Parlamento, deve sparire». Unico salvato è il Cavaliere: «Berlusconi è l’unico che ha coraggio, gli altri hanno palle di velluto». Dopo la smentita di Bonaiuti, che nega una regìa occulta del Cavaliere dietro le parole dell’ex sottosegretario, la replica più stizzita arriva dal segretario Alfano, che di fatto la mette alla porta: «È una linea sfascista molto chiara. Noi ne abbiamo un’altra. Sono inconciliabili. Non sarai solo, saremo tantissimi, ora basta». E la controreplica è altrettanto acida: «Stia attento perchè lui ha preso in mano un partito al 22% e ad oggi naviga intorno al 15% Dopo aver perso fragorosamente le elezioni amministrative». Ma intanto Daniela è andata per rottamare ed è finita, prematuramente, rottamata, lei che nel 2008 si era candidata contro il Pdl e contro Berlusconi.
La reazione del Pdl
Si affida a una battuta al veleno, Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato. «Angelino sai bene che la penso come te, più politica e meno plastica», scrive su Twitter. «Connetta cervello e lingua prima di parlare», aggiunge il suo collega di partito Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl. «È sempre antipatico commentare le interviste di amici, come Daniela Santanchè. È addirittura imbarazzante commentare giudizi e parole in libertà date da chi non ha mai consumato le suole delle scarpe per prendere un voto – dico un voto – per il Pdl». Anche il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto accusa la “pasionaria” di voler distruggere il partito.
«Qualche giorno fa, a nome del Pdl – ricorda Cicchitto – Berlusconi e Alfano hanno rivolto ai centristi la proposta di aggregare in una vasta alleanza politica tutte le forze moderate e riformiste». «È evidente – sottolinea – che questa proposta politica implica non solo l’esistenza, ma anche il rinnovamento e il rilancio del Pdl che finora sta vivendo in una condizione di difficile stallo e che malgrado tutte le disgrazie tiene. Di segno totalmente opposto è l’ipotesi avanzata da Daniela Santanchè che è quella di distruggere totalmente il Pdl per dar vita non si sa bene a che cosa, in attesa di un’improbabile palingenesi fatta non si sa bene da chi». Arriva addirittura a minacciare la propria uscita dal Pdl, il vicecapogrppo al Senato Gaetano Quagliariello, che ricorda: «In questi giorni sono state presentate due linee: una è stata enunciata dal presidente Silvio Berlusconi circa una settimana fa: disponibilità ad agevolare un progetto unitario anche a costo di un passo indietro che privi gli interlocutori di ogni alibi; rinnovamento profondo del Pdl; riconquista di una prospettiva maggioritaria per i moderati di fronte all’evidente ricompattarsi del vecchio Pci sull’asse D’Alema-Bersani-Vendola; tentativo di sollecitare a tal fine una disponibilità di Monti». «L’altra linea – afferma ancora Quagliariello – è stata esposta con apprezzabile chiarezza da Daniela Santanchè sul “Foglio”. Essa prevede la rottamazione del Pdl, la liquidazione di Monti. Le due linee sono entrambe legittime ma tra loro non compatibili. Con pacata chiarezza è arrivato il momento di affermare la mia personale disponibilità a percorrere la prima strada. Se invece la direzione fosse la seconda, per lealtà e per rispetto nei confronti degli altri e di me stesso mi chiamo fuori». Minaccia di tirarsi fuori, se passasse la linea Santanché, anche Barbara Saltamartini, mentre Giorgia Meloni auspica “discontinuità” nel Pdl, ma non quella che propone chi, come la Santanchè, ha condiviso il percorso passato.
La Biancofiore con Daniela
L’unica voce in sintonia con la Santanché, nel Pdl, è quella della solita Michaela Biancofiore, che da tempo lavora ai fianchi il partito per provare a spaccarlo. «Daniela Santanchè ha espresso un disagio diffuso nel Pdl, nell’intero centro destra e soprattutto tra i nostri elettori che diminuiscono di giorno in giorno perchè si fidano solo di Berlusconi. Alfano dovrebbe ringraziarla, come dovrebbe ringraziare me e pochi altri che hanno il coraggio di dirgli cosa pensano e non di ridacchiare alle sue spalle in Transatlantico o tra gli scranni. È delle persone dirette che ci si deve fidare , mai degli adulatori che in genere sono animati solo dal tornaconto personale».
L’enigma Tremonti
«In questo momento per me è importante definire un catalogo di contenuti e di proposte, ho scritto un manifesto e l’ho messo in rete». Giulio Tremonti, che aveva annunciato la nascita di una Lista Lavoro e Libertà, anche ieri mattina, a “Omnibus”, è stato sibillino. «Ora non è il momento di pensare ad alleanze, poi quando si andrà in campagna elettorale ci ragionerò, ma in questo momento mi interessano le cose concrete». Deputato Pdl? «Non lo escludo, ma si dice anche che il Pdl sia finito, poi vedremo cosa succede nel Palazzo, non ho idea di cosa adesso sia possibile, non sappiamo neanche con quale legge elettorale si andrà a votare». Dopo aver detto che nella mia lista vorrei moltissimi giovani ed aver escluso un interessamento del figlio di Ignazio La Russa («Non credo ci sarà»), sui suoi attuali rapporti con Berlusconi l’ex ministro dell’Economia chiarisce: «Mi ha telefonato ad agosto per il mio compleanno». Alla domanda invece se è interessato alla presidenza della Regione Lombardia replica: «Non mi piacerebbe, e non perchè sia un brutto lavoro ma perchè ora mi interessa occuparmi di altro, delle cose da fare per il mio paese e di spiegarlo ai giovani».