Pdl: anziché scioglierlo, farne un partito
I partiti non sono costituiti di una persona. Dopo la crisi del ’92 e la perdita di legittimazione dei partiti storici, si sono affermati cartelli fatti di un capo mediatico che portava gli altri al traino: la Lega di Bossi, Alleanza nazionale con Fini, Forza Italia con Berlusconi, l’Udc con Casini, l’Idv con Di Pietro. Non è stato il caso del metamorfico Pc, che ha bruciato figure che ne hanno rappresentato i vari passaggi (Occhetto, Veltroni) salvaguardando l’apparato. I partiti lideristici non sono stati certo tutti uguali e nel tempo, anche in quelli con meno storia, hanno fatto capolino altre teste pensanti, non necessariamente antagonisti del leader, ma non per questo disposti a essere semplici comparse. Anche nel Pdl, malgrado il ritratto caricaturale che la stampa nemica (quasi tutta e persino le due testate che teoricamente dovrebbero essere “vicine”) ne ha sempre fatto, di teste pensanti e di decorosi interpreti politici ce ne sono a centinaia, ma a nessuno ha fatto comodo riconoscerli. Nel sistema dei media – assolutamente ostile – l’hanno fatta da protagonisti pochissimi personaggi, spesso più pittoreschi che credibili, che hanno fatto la gioia di conduttori come Santoro. Il problema dei movimenti costruiti intorno a un uomo solo, è che se quell’uomo cade, perde credibilità, o semplicemenete si stufa e vuole fare altro, il movimento affonda insieme a lui. Nel caso del Pdl lo ha capito bene Magistratura Rossa, che dinanzi all’incapacità delle forze politiche di sinistra di battere il centrodestra con le armi della democrazia si è concentrata in una raffica incessante di colpi a Berlusconi che, pur non avendolo abbattuto, lo hanno certamente immobilizzato. Per abbatterlo ci sono volute forze sovranazionali enormemente più potenti di qualunque governo, che hanno bombardato a tappeto il nostro Paese fino a ottenere la resa di chi lo guidava. Ma tutto ciò è noto. La domanda alla quale non c’è risposta è perché quelle centinaia di validi rappresentanti di un partito del 40 per cento siano rimasti muti e paralizzati dinanzi agli attacchi e al progressivo disfacimento delle proprie truppe. Il partito che ha ottenuto la più grande rappresentanza parlamentare della nostra storia solo quattro anni fa, si sta dissolvendo senza che nessuno si senta in dovere di alzare una barricata. E di noi, parlano ancora e solo “gli altri”. Ovviamente per brindare alla nostra fine.