Passera vuole dare davvero una scossa? Cancelli gli errori del suo governo…
A parole sono tutti d’accordo, ci serve un patto per la produttività. Poi si finisce per sfogliare la margherita: lo faccio? non lo faccio? Passera dice di volerlo, le imprese lo reclamano, per i sindacati è utile. Oggi ci sarà il primo incontro tra governo e Confindustria, l’11 settembre toccherà a Ugl, Cgil, Cisl e Uil. Ma il tavolo parte zoppo. Il ministro ha già messo le mani avanti: «Riguarda soprattutto aziende e rappresentanti dei lavoratori», all’esecutivo spetta un appoggio esterno «per renderlo più efficace». Palazzo Chigi fa l’osservatore. E fin qui nulla di scandaloso. Il fatto è che questa terzietà dei tecnici arriva dopo che la nostra economia è stata appesantita con oneri di ogni genere che hanno portato la pressione fiscale a livelli mai visti prima. Tasse su tasse. È impossibile, quindi, recuperare il gap che l’Italia ha rispetto ai paesi concorrenti senza mettere mano al portafogli. Però il piatto piange e sarebbe già un miracolo riportare le lancette a otto mesi fa. Prima dell’avvento dei tecnici.