Il vero super-Mario zittisce la Merkel
Il piano anti-spread c’è, la Bce ha avuto la forza e il coraggio di vararlo e di farlo digerire perfino alla Germania, che al momento sembra aver buttato giù l’amaro boccone di una Banca centrale europea pronta a combattere gli speculatori comprando Btp sui mercati, anche se solo con scadenza tra uno e tre anni. «Ma senza limiti di spesa», è la frase chiave, su cui i tedeschi avevano, ed hanno, le più grosse riserve mentali. La decisione dell’Eurotower segna una svolta nella gestione della crisi internazionale ed è a tutti gli effetti una vittoria di Mario: non quello che in Italia mette le tasse, ma quello che in Europa fa volare le Borse tenendo testa alla Merkel. Draghi ieri ha parlato chiaro: «La dimensione degli acquisti di bond da parte della Bce sarà adeguata al conseguimento degli obiettivi», ha spiegato il governatore della Bce, secondo cui «l’acquisto diretto di bond è previsto dall’articolo 18 dello statuto». «La decisione di avviare il programma di acquisto di bond sul mercato secondario non contrasta con il mandato della Bce», ha ribadito Draghi al termine del Consiglio direttivo che ha dato il via libera all’Outright monetary transactions (Omt). Con un voto contrario, però, all’interno del board. «C’è stata una voce di dissenso» ha spiegato il presidente Mario Draghi: «Lascio a voi indovinare di chi è…». Il membro tedesco? Fuocherello, anzi fuoco.
Le paure ingiustificate
Draghi ha parlato a lungo anche delle attuali condizioni economiche: «L’inflazione – ha spiegato, prima di entrare nel merito del piano – dovrebbe scendere di nuovo sotto il 2% nel 2013, ma resta l’incertezza». Immotivate, secondo il presidente Bce, le distorsioni sui mercati, come quelle sullo spread. «Sono fondate su paure ingiustificate». Proprio il differenziale tra Btp e titoli di stato tedeschi decennali, è sceso ieri in picchiata sotto 400 punti base, per raggiungere anche 370 punti. È il minimo da aprile. E le parole di Draghi hanno avuto un forte impatto sulle borse: Piazza Affari vanta la performance migliore d’Europa e ha sfondato il muro del 4%, Madrid sale del 3%, Parigi guadagna il 2,9%, Francoforte il 2,9%, Londra +2,1%. Draghi ha anche speso parola sulle sue origini, che a qualcuno sono sembrate quasi un conflitto d’interessi: «Non credo – ha detto Draghi – a questa caricatura come se l’euro fosse una cosa italiana o italianizzata». Il nuovo piano di acquisti calmieranti di titoli di Stato da parte della Bce non sarà ritagliato sui casi di Italia e Spagna, ha aggiunto. «La Bce manterrà la sua indipendenza – ha ribadito il presidente – e siamo sicuri che non stiamo violando il nostro mandato». Il programma varato insomma, potrà riguardare anche i Paesi che hanno già avviato piani di aiuti da parte dell’Ue, ossia Grecia, Irlanda e Portogallo, posto che ritrovino l’accesso ai mercati del debito pubblico.
Nessuna manovra sui tassi
Restano fermi i tassi di interesse dell’area euro, al minimo storico dello 0,75%, secondo quanto stabilito dalla Bce al termine della riunione di inizio mese del Consiglio direttivo. «Abbiamo discusso di un possibile taglio dei tassi di interesse, ma abbiamo valutato che non fosse il momento giusto – ha spiegato il presidente, per poi passare ad aggiungere altri dettagli del piano poi un passaggio sul presente e le attuali condizioni economiche. Per ripristinare la fiducia nell’area euro e nonostante i progressi fatti negli ultimi mesi, occorre proseguire con «grande determinazione» il consolidamento di bilancio, le riforme strutturali per rafforzare la competitività ed il processo di costruzione istituzionale europeo. Draghi, dunque, non ha rinunciato a lanciare l’ennesimo monito ai paesi della Ue. «Sebbene siano stati fatti buoni progressi – ha detto – resta la necessità di aggiustamenti strutturali e di bilancio in molti Paesi europei». In particolare, il presidente della Bce ritiene che sul fronte strutturale «ulteriori, rapide e decisive riforme del mercato del lavoro siano necessarie nell’area euro per migliorare la competitività, accrescere le capacità di aggiustamento e per raggiungere tassi di crescita maggiormente sostenibili». Per quanto riguarda, invece, il fronte fiscale, Draghi ha ribadito come sia «cruciale che i governi intraprendano tutte le misure necessarie per raggiungere i loro obiettivi in questo e negli anni a venire». Infine, ha concluso, «è essenziale» procedere «con grande determinazione» con il processo di costruzione europea.
I primi dissensi tedeschi
Quasi scontato è arrivato il dissenso del Presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che si è detto «contrario al piano di acquisti illimitati di titoli di Stato da parte della Bce». La Banca centrale tedesca, in una nota, ha precisato che il piano «potrebbe far slittare le riforme» nei Paesi a rischio. In Germania analoga posizione critica l’ha assunta il partito cristianosociale Csu: «Il finanziamento degli Stati stampando moneta è sbagliato e pericolosissimo», dice il segretario del partito bavarese, Alexander Dobrindt: «La Bce deve essere una banca della stabilità, non dell’inflazione».